Qualche mese fa ho dichiarato che non mi occuperò più di Lucio Battisti.
Ho esaurito gli argomenti e ritengo che cinque libri, un paio di documentari e numerose interviste siano stati più che sufficienti per esprimere un punto di vista in materia.

L’ultima cosa che ho scritto risale allo scorso gennaio, quando un giovane autore mi contattò per chiedermi la prefazione a un libro al quale stava lavorando da tempo, con passione e determinazione. Finalmente è uscito: è l’opera prima di Davide De Cia, lo ha pubblicato Arcana e si intitola Quando parlerete di me. Copertina bianca battistiana che è anche un manifesto programmatico.

Ho chiuso la prefazione sottolineando l’approccio e il metodo di Davide, ossia quello dialettico, che è il punto di forza del libro:
«Davide De Cia affida proprio alle interviste il succo del suo debutto, rileggendo la storia di Battisti attraverso tre tipologie di dialoghi: quelli con musicisti vicini a Lucio e che hanno lavorato con lui; con giovani artisti contemporanei e addetti ai lavori che tengono in vita la memoria battistiana (a mio avviso è la parte più interessante del libro); con appassionati di disparate estrazioni, età e provenienze, amanti della sua musica. Il risultato, al netto di ingenuità e candori tipici di un’opera prima, è un bel mosaico policromo dal quale il lascito di Lucio emerge con forza, onestà e amore. Buona lettura».