E anche per i Fromuz arriva l’opera rock. Roba importante, dedicata a uno dei più significativi episodi biblici, quello di Sodoma e Gomorra. Non passa inosservata una dicitura in copertina, “Music by Albert Khalmurzaev”: il tastierista dell’apprezzata prog band uzbeka è infatti l’autore della musica dell’opera, originariamente una colonna sonora teatrale, in seguito adattata a plot rock per il gruppo.

Gruppo che suona sempre con affiatamento, grinta e passionalità, come ha dimostrato nei precedenti album in cui univa l’eredità progressive a suoni taglienti e roboanti, presi dall’esperienza di Dream Theater, Planet X e Rush. Anche “Sodom and Gomorrah” si abbevera a quella fonte, che risulta addirittura più marcata vista la data di incisione: 31 marzo 2008. A colpire non è solo la registrazione in una sola giornata, ma anche il periodo: la band allora aveva quattro anni di attività alle spalle, aveva pubblicato il debutto “Audio Diplomacy” nel 2007 e completato il sequel “Overlook”, totalmente strumentale.

L’origine concettuale e l’adesione a certi modelli classic rock rendono il disco fedele allo schema sinfonico, con il susseguirsi di preludi, andanti incisivi e dinamici, moderati floydiani e chiusure trionfali. Un’unica e ampia suite composta da quattordici brevi pezzi rievoca l’originaria “mise en scène”, che dall’imponente doppia introduzione (“Intro” e “Prologue”) snoda episodi ariosi e romantici (“City” e “Lot”), brillante hard-prog (“The Capture”) e fughe dirompenti (“The orgy”), ma anche excursus visionari (“Procession of dead stars” e “The escape”).

Un disco interessante, soprattutto per gli estimatori del gruppo, che potranno inquadrare ancora meglio la bravura dei Fromuz in un momento di speciale ispirazione.

www.fromuzband.com

D.Z.