Gli Egoband sono stati una delle più interessanti band del new progressive nostrano, autrice di quattro album nel pieno di quegli anni ’90 in cui il panorama prog – corroborato anche dagli sviluppi paralleli delle scene metal-prog e post rock – mostrava vitalità e dinamismo. Poi lo scioglimento e la lunga pausa, fino al recente risveglio.

La band toscana, in attesa di un disco di inediti di imminente pubblicazione, sonda il terreno con un live-album registrato lo scorso settembre. Per Accordino, Coloretti e Capasso “Live at Rosa’s Farm” è una testimonianza ma anche un modo per ribadire una presenza in un periodo favorevole per le reunion ma debole e poco ispirato per le novità. Il live è ben bilanciato tra “Fingerprint” e “We are…”, gli album di metà Nineties che rivelarono all’audience prog internazionale il talento eclettico e multiforme del gruppo.

Gli Egoband alternano gli excursus nel sound più ruvido di “We are…”, con un hard progressive caldo e spesso “selvatico” (vedi l’incalzante “City Lights” o “The time and souls”), all’approccio più morbido, tra i Marillion e Canterbury, di “Earth”. Ottima la tenuta d’insieme anche nelle cover (“Have a cigar” e “One more red nightmare”), sempre piacevole la voce gabrieliana di Accordino, gradita la conferma dell’incontro tra diverse anime del progressive – dal floydiano a Fish passando per il rock-jazz – in brani come “Hard times”, “Wrapped up in sweat” e “Mold your life”.

Una certa freddezza e l’interpretazione a volte “distante” rendono il live imperfetto ma il ritorno, benchè incompiuto, è assai gradito.

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D.Z.