La Simone Weil dei Quaderni, tanto letta e citata da Giovanni Lindo Ferretti, lo disse chiaramente: attraverso la sofferenza il sapere.
Senza andare a ritroso fino alla notte dei tempi della tragedia, credo che il principio per il quale si conosce attraverso il patire possa applicarsi anche alla scrittura. Chi scrive si nutre della reazione di chi legge ma anche della risposta di chi legge, ri-legge e interpreta a un livello differente. Spesso l’esercizio della critica genera patimento, condizione preziosa per scoprire e migliorare.
Così fu l’anno scorso quando Renzo Stefanel, uno dei pochi che legge nel profondo e solo dopo essere riemerso scrive, espresse valutazioni critiche sul mio libro sul Lucio Battisti post Mogol. Sciogliemmo la tensione dialettica in una bella intervista, utile soprattutto per rendere chiare alcune motivazioni.
Ero molto incuriosito dal suo parere sul libro sui CSI, che è arrivato a tempo debito, che non lesina riflessioni pungenti, e che mi fa pensare ancora una volta a quanto sia prezioso darsi un regime interiore di limiti onde non debordare.
Grazie a Renzo per la sua recensione su Extra Music Magazine.
Del nuovo libro, della nascita dei CSI, del capolavoro Ko De Mondo, parleremo giovedì 29 con Luigi Bertaccini alla Rocca Malatestiana di Cesena.