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The Rhythm Method (diary): 20 febbraio

Chiocciole di morbidezza. Alla fine di una giornata di incastri senza posa, un disco che ha il respiro di un’onda e la carezza di un ritorno. Amo l’elettronica pulsante targata Ashra, in particolare Four Guitars. Anche per il titolo, che riporta alla mente Four Sticks dei Led Zeppelin: lì bacchette

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The Rhythm Method (diary): 17 febbraio

Questione di fame. Anzi di pancia. C’è una linea sottile che parte dalla fame del blues, attraversa Totò e arriva a Battisti. È da quell’ululato antico, rabbioso e famelico che arriva l’urgenza della motivazione artistica. Un paio di giorni fa, nella giornata del Compleanno del Principe, con Elena Alessandra Anticoli

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The Rhythm Method (diary): 16 febbraio

Aò, e qua stanno a scopà! Me lo ricordo ancora Alberto Radius quando stoppò Dio mio no nel pieno del sound erotico e delle urla di Lucio, esclamando: “Volevi sapè perchè fu censurata? Ecco qua, chi ascoltava diceva: Aò, e qua stanno a scopà!“. Fu una lunga e memorabile giornata

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The Rhythm Method (diary): 14 febbraio

Il fuoco si cura. Come la scrittura, la disciplina, la sorellanza. Nel ventre del camino c’è un equilibrio delicato: incastro di legna che il movimento rianima – non c’è cambiamento senza frizione; un soffio troppo forte potrebbe spegnere la fiamma, uno troppo flebile non ravvivarla dalle braci. Come l’amore, ripetizione

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The Rhythm Method (diary): 11 febbraio

Di manuali sullo yoga ne esistono tanti. Molto meglio un racconto, il fermo-immagine da un cammino. La confidenza del respiro che plana come un aliante dentro. Silvio Bernelli un tempo suonava il basso negli Indigesti. Dalla furia hardcore-punk allo scoprirsi con la pratica. Esercizi di consapevolezza.

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The Rhythm Method (diary): 9 febbraio

Quante vite nei passaggi. La saturazione d’essere che rende l’umano sacro esplode nei traslochi. Sono stati di transizione che, se affrontati con presenza, sprigionano rivelazioni. Nell’ultimo da poco concluso, con l’auspicio che sia il definitivo, ho ritrovato una parte importante di me. Cataste di libri fotocopiati da biblioteche di ogni

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The Rhythm Method (diary): 3 febbraio

Sarò ripetitivo, ma la cosa più emozionante degli storytelling con Michele Cortese è l’attenzione del pubblico. A volte non si sente volare una mosca. Non credo sia dovuto alla nostra bravura. E’ vero che dopo anni di mestiere conosciamo i trucchetti ma c’è qualcosa di più sottile, più profondo, che

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The Rhythm Method (diary): 31 gennaio

Nella Strada a senso unico Walter Benjamin scrisse che l’opera è la maschera mortuaria dell’idea. La scintilla originaria abbandona la sua vitalità nel lavoro compiuto, fatto e finito. Sopravvivono cellule di persistenza, incarnate tra le colonne. Chi protegge il Tempio della Musica.  

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The Rhythm Method (diary): 28 gennaio

Grazie. Ieri sera ci siamo davvero emozionati. Teatro Comunale dei Concordi pieno di amici e curiosi, un pianoforte scintillante sul palco, cinque cantautori che fanno parte della nostra memoria, tanti racconti e musica. Grazie al pubblico toscano che con il consueto entusiasmo ha accolto il nostro storytelling, al Teatro dell’Aglio

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The Rhythm Method (diary): 26 gennaio

No, ‘e libri nun ce stanno proprio. Che delusione ieri quando ho scoperto che alla bancarella di via Luca Giordano l’assortimento di Astrolabio Ubaldini e Edizioni Mediterranee non c’è più. L’omino mi ha risposto in modo brusco, come se avesse voluto liberarsi persino dal pensiero di quei libri un po’

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