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The Rhythm Method (diary): 16 gennaio

Lapis, copiative finissime, bicolori per contabili, scatole in bachelite, nero duro, fini per ufficio, matite sanguigne. Esattamente un anno fa ricevevo da Silvana Editoriale il libro che è diventato, oltre che una piacevole lettura e rilettura personale e l’occasione per una gustosa intervista all’autore, il testo di ogni weekend. Le

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The Rhythm Method (diary): 12 gennaio

Manifesto è la serie di WePresent che invita gli artisti a presentare il proprio decalogo. Lee Scratch Perry illustra le sue dieci amorose regole di vita, la grafica multicolore è di Bráulio Amado. Il leggendario dubmaster è arrivato a quota 84, forse è il caso di applicarle per bene: 1.

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The Rhythm Method (diary): 10 gennaio

“Amavo così tanto la musica e avevo una tale ambizione da inseguire qualcosa che andasse oltre il lavoro. Desideravo che le persone vedessero l’artwork sentendo la musica”. Non gradisco il termine visionario. Preferisco si parli di lungimiranza. Colui che guarda lontano, che vede al di là, sa cosa c’è tra

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The Rhythm Method (diary): 7 gennaio

Civetta espressionista/Expressionist Owl. Danilo Capua, 2003. . [Ho scoperto Danilo Capua grazie agli album della Black Widow Records: una discografia disseminata di universi paralleli, dal Segno del Comando alla Universal Totem Orchestra. Adoro il suo immaginario langhiano e meyrinkiano, dalla Praga del Golem a Genova, in rotta verso un mare

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The Rhythm Method (diary): 31 dicembre

Scandaloso. Ho ritrovato un vecchio disco – misteriosi tempi odierni, considero vecchio un disco di dieci anni fa…. – che mi aveva steso subito. Un mix debordante tra Electric Flag, James Brown, Sam & Dave, Funkadelic e Sly Stone, scrissi all’epoca su Jam, con qualche batosta punkeggiante che rivitalizza e

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The Rhythm Method (diary): 28 dicembre

Una decina di anni fa scrissi un libro su Baglioni. Talvolta mi imbarazza ricordarlo, altre volte mi diverte, è come se tornasse a galla quel senso di sfida con cui accettai la proposta di Aereostella. All’epoca l’editore aveva una collana di testi brevi dedicati ai principali cantautori italiani, fui spinto

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The Rhythm Method (diary): 27 dicembre

E il giorno della fine non ti servirà l’inglese. Le melodie sono insidiosi tarli. Si annidano, prendono spazio, insistono. Quando le focalizzi, inquadrando brano e album, si apre un varco. Si mettono in sequenza impressioni e ricordi, si visualizzano esperienze e vite. Una canzone preziosa suggerita a una persona cara

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The Rhythm Method (diary): 24 dicembre

Negli ultimi anni i Beatles mi hanno fatto compagnia più del solito. A volte sono stati determinanti in passaggi e svolte. Con Love in sottofondo – rectius: i Beatles sono sempre soprafondo, dalla terra sacra ai chakra superiori – ho scoperto come gira per bene la Ruota del Dharma. Incroci

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The Rhythm Method (diary): 23 dicembre

Farsi i cazzi propri con santità. Individualismo e mescolanza. Ci si alleggerisce rivestendosi di nudità. Valuta e piume. Macerie e schieramenti. Nuovi punti di vista e ripartenze; il rosso a giorni alterni si stempera su una tavolozza di densissimi veli, pensando al D’Espagnet.

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