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The Rhythm Method (diary): 22 agosto

Mi ronzava in mente un concetto di Foucault. Il corpo come luogo di utopie. Quel corpo che, sosteneva il filosofo, è sempre altrove, legato a tutti gli altrove del mondo. Il corpo come punto zero del mondo e altrove solo nel mondo. Pregiudizio dell’altrove, ci rammentava qualche sera fa a

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The Rhythm Method (diary): 21 agosto

Perfeziona la tua attenzione. Lo suggerivano antichi maestri, lo hanno rinnovato guide contemporanee. Nel preparare uno spettacolo complesso, nel quale la musica è attraversata dalle parole, nel quale il racconto è innervato di pezzi, l’attenzione è cruciale. Sia nella genesi che nello sviluppo è necessaria l’osservazione. La presenza. Abbiamo allestito

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The Rhythm Method (diary): 20 agosto

Manifesta il tuo talento. Le Strategie Oblique di ieri erano chiare. Sto ascoltando i Grateful Dead del 1977, live alla Cornell University, Ithaca. La sequenza mozzafiato di St. Stephen che muta in Not Fade Away, riprende la forma originaria infine plana nel morbido atterraggio di Morning Dew. Wu Wei elettrico;

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The Rhythm Method (diary): 13 agosto

Nel corso degli anni, divorando pagine cartacee, filmiche e digitali, ho costruito un sentenziario. Anzi un aforismario. Meglio ancora: un archivio vivente del sapere. Motti, citazioni, adagi antichi e contemporanei, sviluppi tematici a raggiera, riflessioni prima sotto forma embrionale di spunto, infine con la spina dorsale di chi ha conquistato

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The Rhythm Method (diary): 12 agosto

Il silenzio è la lingua di Dio, tutto il resto è scarsa traduzione, sentenziava dolcemente Rumi. Qualche sera fa, durante il percorso visionario sulle Mura Urbiche con il Teatro Koreja, le parole di Rumi risuonavano nelle nostre orecchie, avvolte dalle cuffie. Parole in forma di parabola, chiusa sempre dal monito

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The Rhythm Method (diary): 11 agosto

Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino. Non ho grossa confidenza con cose evangeliche ma dinanzi al Verbo Zeppeliniano la citazione è doverosa. Durante la Santa Ricerca del Postaccio mi sono imbattuto in

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The Rhythm Method (diary): 7 agosto

La continuità del Suono. Tonica di un’intera esistenza. Il ritratto di Spencer Hodge, 1991, collezione privata del maestro. Rileggere Tecnica mista su tappeto fa bene. Un testo luminoso, che supera la prevedibile dialettica dell’intervista – il ping pong del botta e risposta che rischia di avere grossolani risvolti gossippari –

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The Rhythm Method (diary): 25 agosto

Altro viaggio, dal Roccella Jazz alla mia Lecce, con gli Stones in cuffia. Some Girls, non lo sentivo da un po’. Quando un immortale scende tra noi nel regno della quantità dona nuova sostanza all’ascolto. Il contrario dei morti di Pitagora che si aggirano tra i viventi. Mangiare il cuore

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The Rhythm Method (diary): 3 agosto

La parola ferisce, convince e placa. Il senso dello scrivere secondo Ennio Flaiano. Ho sempre scritto, ovunque, con qualsiasi strumento. Dal fazzoletto di carta urgente al mio nuovo Chromebook. Scrivevo chissà cosa in una delle mie primissime foto, con una penna a stantuffo gommoso di cui ancora ricordo consistenza e

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The Rhythm Method (diary): 1 agosto

I gesti sacri delle mani, ieratici. La mano sinistra consente, accoglie; la mano destra ferma, ordina; il compimento nell’ellisse bifocale della provvidenza, diceva Léon Bloy. Nelle afose e ferme domeniche di visita ai miei genitori accolgo e riordino oggetti di un’altra vita. Esiste qui un ordine antico, predisposto durante l’adolescenza,

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