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The Rhythm Method (diary): 2 settembre

Il borghese non si chiede se le cose che sono possano essere anche in altro modo. Il borghese crede di conoscere tutto ciò che si può conoscere, senza mettere in discussione come e cosa conosce. Quando si è malati di borghesite – così la chiamava De Andrè, ricordato da Federico

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The Rhythm Method (diary): 1 settembre

La pietra ha l’intima sorellanza con il faggio, dona i suoi colori alla corteccia. A volte si crea un rapporto simbiotico simile tra artista e ammiratore, soprattutto nel rock: tra band e ascoltatore. Penso alla PFM, che da sempre ha avuto il suo everchanging mood. Su un centro di gravità

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The Rhythm Method (diary): 29 agosto

Are you experienced? Chiedeva Jimi Hendrix con il titolo del suo primo album. Yes I’m experienced, rispondeva Eric Burdon da San Francisco, dove aveva rifondato gli Animals. La cultura rock è cresciuta con il concetto di esperienza: viaggio, scoperta, consapevolezza, spazio interiore, frattura generazionale. Quando mi si chiede della mia

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The Rhythm Method (diary): 24 agosto

Tutta colpa dei Beatles. Anzi, tutta colpa del rock. E’ grazie a questo amore smisurato che ci siamo scoperti. Nel 2016 coinvolsi il nucleo iniziatico Capone/Paglia/Ruggiero nel ciclo TranSonanze con Unisannio e Conservatorio Sala di Benevento, poi con l’arrivo della voce eroica di Sacha Barbato siamo giunti alla formazione base.

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The Rhythm Method (diary): 22 agosto

Mi ronzava in mente un concetto di Foucault. Il corpo come luogo di utopie. Quel corpo che, sosteneva il filosofo, è sempre altrove, legato a tutti gli altrove del mondo. Il corpo come punto zero del mondo e altrove solo nel mondo. Pregiudizio dell’altrove, ci rammentava qualche sera fa a

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The Rhythm Method (diary): 21 agosto

Perfeziona la tua attenzione. Lo suggerivano antichi maestri, lo hanno rinnovato guide contemporanee. Nel preparare uno spettacolo complesso, nel quale la musica è attraversata dalle parole, nel quale il racconto è innervato di pezzi, l’attenzione è cruciale. Sia nella genesi che nello sviluppo è necessaria l’osservazione. La presenza. Abbiamo allestito

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The Rhythm Method (diary): 20 agosto

Manifesta il tuo talento. Le Strategie Oblique di ieri erano chiare. Sto ascoltando i Grateful Dead del 1977, live alla Cornell University, Ithaca. La sequenza mozzafiato di St. Stephen che muta in Not Fade Away, riprende la forma originaria infine plana nel morbido atterraggio di Morning Dew. Wu Wei elettrico;

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The Rhythm Method (diary): 13 agosto

Nel corso degli anni, divorando pagine cartacee, filmiche e digitali, ho costruito un sentenziario. Anzi un aforismario. Meglio ancora: un archivio vivente del sapere. Motti, citazioni, adagi antichi e contemporanei, sviluppi tematici a raggiera, riflessioni prima sotto forma embrionale di spunto, infine con la spina dorsale di chi ha conquistato

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The Rhythm Method (diary): 12 agosto

Il silenzio è la lingua di Dio, tutto il resto è scarsa traduzione, sentenziava dolcemente Rumi. Qualche sera fa, durante il percorso visionario sulle Mura Urbiche con il Teatro Koreja, le parole di Rumi risuonavano nelle nostre orecchie, avvolte dalle cuffie. Parole in forma di parabola, chiusa sempre dal monito

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The Rhythm Method (diary): 11 agosto

Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino. Non ho grossa confidenza con cose evangeliche ma dinanzi al Verbo Zeppeliniano la citazione è doverosa. Durante la Santa Ricerca del Postaccio mi sono imbattuto in

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