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The Rhythm Method (diary): 18 ottobre

Secondo Nietzsche la grandezza è nell’imprimere la direzione. Il fiume è grande quando accoglie affluenti, la musica è generosa quando riceve e porta con sé mondi oltre la partitura. C’è un filo rosso – irruente, con quell’etimo che bene ha sottolineato Dante Sacco – che unisce, ad esempio, Monteverdi e

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The Rhythm Method (diary): 13 ottobre

La poetica del treno insegna che ci sono diversi modi per ingannare il tempo. Come se poi l’attesa fosse un problema, o un’opportunità ghiotta tipo un gonzo da ingannare, appunto. Il problema vero è che siamo infantili: la noia ci atterrisce, così cerchiamo spasmodicamente di riempirci pur di fugare la

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The Rhythm Method (diary): 10 ottobre

L’alba dentro l’imbrunire. Domenica grigiastra, scartabello tra libri alla rinfusa da rimettere in ordine. Ripristinare la sequenza di titoli editori materie colori dimensioni conferisce alla biblioteca un unico respiro. Torna in mente Tacito, il corpo dello Stato che è uno solo, una è la mente che deve reggerlo; così l’organismo

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The Rhythm Method (diary): 6 ottobre

Mudra Sounds VII. Parafrasando la Bhagavadgita (12.12), c’è un bel percorso per arrivare alla pace. Tocca superare la pratica meccanica, la comprensione, la meditazione e soprattutto l’ansia per il risultato. Lì si trova l’immenso soffio dell’oceano. A naso direi che si potrebbe trovare anche un arcigno muro di suono, impenetrabile,

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The Rhythm Method (diary): 5 ottobre

La carne del suono. Pare che Miles Davis si sia espresso così in merito alla consistenza scintillante del Fender Rhodes, macchina dal fascino imperituro. Franco Mussida parla di oro del suono. Concetto alchemico, che porta con sé artefice e ascoltatore, un abbraccio metamorfico tra corda e timpano, da cuore a

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The Rhythm Method (diary): 1 ottobre

Antonio Machado vedeva la poesia come un’incudine di costante attività spirituale. È così anche per il lavoro che si incarna in un libro. Non è un caso che il Pisa Book Festival si tenga negli Arsenali Repubblicani e nel Museo delle Navi Antiche: il passato glorioso che solcava il mare

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The Rhythm Method (diary): 28 settembre

Non sarà stato Confucio, ma J. G. Bennett sapeva essere efficace nelle sue ficcanti sentenze gurdjieffiane: la forza interiore è molto più capace di quella esteriore; il mondo nuovo arriva solo se lo creiamo prima in noi stessi; non sono le organizzazioni a essere potenti ma le idee. Stamane rileggevo

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The Rhythm Method (diary): 26 settembre

L’autunno di Flaubert. La stagione triste che evoca il ricordo. Gli alberi privi di foglie, il rosso del crepuscolo contro l’erba appassita, la vampa di un tempo affievolita, guardarla è dolce. Rispolvero un autoregalo di compleanno di quando non facevo altro che ascoltare musica e musica e musica. Domenica mattina,

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The Rhythm Method (diary): 25 settembre

La musica non si scopre solo con le orecchie. È un’onda che ti travolge e che assorbi con interezza corporea e spirituale. Pee Wee Ellis, ad esempio, l’ho scoperto con gli occhi. La prima volta con lui fu prettamente visiva. I dischi con James Brown di fine anni 60 mi

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The Rhythm Method (diary): 23 settembre

Zhuangzi raccontava storielle. Quella di ciò che sanno i pesci è una delle più note, ma in tante altre sue parabole, espresse con la semplicità orientale che cela e rivela abissi di conoscenza, si percepisce sempre la correlazione tra opposti. Aggrapparsi al cielo e non sapere nulla della terra vuol

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