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The Rhythm Method (diary): 24 ottobre

In studio ho un piccolo spazio per fotografare i libri. È una minuta superficie bianca della libreria, circondata anch’essa da libri. Enclave di sapere all’insegna della colleganza cartacea. La corrispondenza fa sì che all’ingresso del libricino il bianco aumenti, e con lo sgomitare del librone diminuisca. Il nuovo numero di

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The Rhythm Method (diary): 22 ottobre

La professoressa di filosofia al liceo era anomala. Con lei non si studiava storia della filosofia in modo lineare ma qualcosa di avvicinabile alla logica itinerante: ci spronava a pensare partendo dall’ascolto in classe, che era l’autentico momento di meditazione e assorbimento. Se si era ben sintonizzati al mattino –

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The Rhythm Method (diary): 21 ottobre

Zhuāngzǐ ci ha insegnato la pluralità dei punti di vista. Prospettivismo, avrebbero poi detto i moderni. Non la presunta/apparente insidia del relativismo – che poi a ben vedere gli ismi sono sempre perniciosi – ma la convivenza di diverse osservazioni. Il puntino nero nel bianco, il puntino bianco nel nero.

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The Rhythm Method (diary): 20 ottobre

Palazzo Turrisi-Palumbo, Lecce. Avevo perso Conversazioni sul Futuro 2021 ma ho recuperato – parzialmente – visitando “The art of creative city making by Charles Landry”, a cura di Marco Rainò. Immaginazione e creatività come risorse strategiche per rigenerare le città; Creative City e Placemaking, concetti/pratiche per nuovi patti di cittadinanza,

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The Rhythm Method (diary): 18 ottobre

Secondo Nietzsche la grandezza è nell’imprimere la direzione. Il fiume è grande quando accoglie affluenti, la musica è generosa quando riceve e porta con sé mondi oltre la partitura. C’è un filo rosso – irruente, con quell’etimo che bene ha sottolineato Dante Sacco – che unisce, ad esempio, Monteverdi e

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The Rhythm Method (diary): 13 ottobre

La poetica del treno insegna che ci sono diversi modi per ingannare il tempo. Come se poi l’attesa fosse un problema, o un’opportunità ghiotta tipo un gonzo da ingannare, appunto. Il problema vero è che siamo infantili: la noia ci atterrisce, così cerchiamo spasmodicamente di riempirci pur di fugare la

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The Rhythm Method (diary): 10 ottobre

L’alba dentro l’imbrunire. Domenica grigiastra, scartabello tra libri alla rinfusa da rimettere in ordine. Ripristinare la sequenza di titoli editori materie colori dimensioni conferisce alla biblioteca un unico respiro. Torna in mente Tacito, il corpo dello Stato che è uno solo, una è la mente che deve reggerlo; così l’organismo

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The Rhythm Method (diary): 6 ottobre

Mudra Sounds VII. Parafrasando la Bhagavadgita (12.12), c’è un bel percorso per arrivare alla pace. Tocca superare la pratica meccanica, la comprensione, la meditazione e soprattutto l’ansia per il risultato. Lì si trova l’immenso soffio dell’oceano. A naso direi che si potrebbe trovare anche un arcigno muro di suono, impenetrabile,

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The Rhythm Method (diary): 5 ottobre

La carne del suono. Pare che Miles Davis si sia espresso così in merito alla consistenza scintillante del Fender Rhodes, macchina dal fascino imperituro. Franco Mussida parla di oro del suono. Concetto alchemico, che porta con sé artefice e ascoltatore, un abbraccio metamorfico tra corda e timpano, da cuore a

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The Rhythm Method (diary): 1 ottobre

Antonio Machado vedeva la poesia come un’incudine di costante attività spirituale. È così anche per il lavoro che si incarna in un libro. Non è un caso che il Pisa Book Festival si tenga negli Arsenali Repubblicani e nel Museo delle Navi Antiche: il passato glorioso che solcava il mare

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