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The Rhythm Method (diary): 6 novembre

Non ero pronto alla fine. Heideggerianamente parlando, avrei potuto scorgerla solo se esposto all’inizio, e solo in una relazione di disconoscimento. Nulla di tutto questo, ero rapito dal flusso. Biblioteca dell’Archivio di Stato, Edit Napoli 2021: mostra dedicata a Anthon Beeke a cura di Lidewij Edelkoort e Charlotte Grün. Circondati

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The Rhythm Method (diary): 4 novembre

Una Sony da 90 minuti. Me la recapitò un amico musicista più grande di me. In quegli anni dilagava Mark Knopfler e anche lui andava in giro con fascetta tra i capelli – pochi, coraggiosi – e giacca chiara con le maniche tirate su. Il suo vero idolo però era

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The Rhythm Method (diary): 2 novembre

Uno dei miei gruppi preferiti degli anni 90 erano i Living Colour. I Metallica che suonano con James Brown, scrisse qualcuno. Definizione riduttiva ma indicativa del loro black rock: potente, aggressivo, un funk elettrico dilagante con il potenziale creativo di Vernon Reid – mai celebrato a dovere – e il

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The Rhythm Method (diary): 1 novembre

Antonio Barbacane Duca Gagliardo della Forcoletta dei Prati di Castel Rotondo Torquato Pezzella Antonio La Trippa, musicista e soldato Fratello Caponi (Antonio) Nicolino Capece Rag. Vignanelli Antonio Dante Cruciani Filippo Scaparro Antonio Lumaconi Barone Ottone Spinelli degli Ulivi detto Zazà Galeazzo, Carlo, Scipione, Antonino, Laudomia, Pasquale Bonocore: Marchesi di Torrealta

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The Rhythm Method (diary): 31 ottobre

Ma l’amor mio non muore. In questi giorni si celebrano i 50 anni di Arcana, uno degli editori più significativi del panorama italiano, col quale ho avuto l’onore di scrivere due libri – Prog. Una suite lunga mezzo secolo e King Crimson: testi commentati – e di disseminare saggi, prefazioni e

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The Rhythm Method (diary): 28 ottobre

L’antico principio junghiano del nutrire l’anima per non renderla un intollerante e diabolico drago vorace passava ingenuamente, negli anfratti ombrosi di fine anni 80, anche nel vestiario. Oggi ho ritrovato, direttamente dalla preistoria delle preistorie, una spilletta dei Dead Kennedys. Completamente tumefatta dal tempo, ormai rugginosa con buona pace di

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The Rhythm Method (diary): 24 ottobre

In studio ho un piccolo spazio per fotografare i libri. È una minuta superficie bianca della libreria, circondata anch’essa da libri. Enclave di sapere all’insegna della colleganza cartacea. La corrispondenza fa sì che all’ingresso del libricino il bianco aumenti, e con lo sgomitare del librone diminuisca. Il nuovo numero di

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The Rhythm Method (diary): 22 ottobre

La professoressa di filosofia al liceo era anomala. Con lei non si studiava storia della filosofia in modo lineare ma qualcosa di avvicinabile alla logica itinerante: ci spronava a pensare partendo dall’ascolto in classe, che era l’autentico momento di meditazione e assorbimento. Se si era ben sintonizzati al mattino –

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The Rhythm Method (diary): 21 ottobre

Zhuāngzǐ ci ha insegnato la pluralità dei punti di vista. Prospettivismo, avrebbero poi detto i moderni. Non la presunta/apparente insidia del relativismo – che poi a ben vedere gli ismi sono sempre perniciosi – ma la convivenza di diverse osservazioni. Il puntino nero nel bianco, il puntino bianco nel nero.

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The Rhythm Method (diary): 20 ottobre

Palazzo Turrisi-Palumbo, Lecce. Avevo perso Conversazioni sul Futuro 2021 ma ho recuperato – parzialmente – visitando “The art of creative city making by Charles Landry”, a cura di Marco Rainò. Immaginazione e creatività come risorse strategiche per rigenerare le città; Creative City e Placemaking, concetti/pratiche per nuovi patti di cittadinanza,

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