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The Rhythm Method (diary): 30 dicembre

Riascoltavo i Saint Vitus. Piombo fuso e pece elettrica, Impending Punky Doom. Sto riprendendo le fila delle interviste su Jam, ottime e abbondanti; il 12 gennaio tornano quelle in radio con il sedicesimo anno di Rock City Nights. La mattina non rinuncio all’accoppiata caffeina-Radio Radicale. Talking Coffee Delight. Viviamo anche

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The Rhythm Method (diary): 28 dicembre

Il primo disco dei Captain Beyond ondeggia come il serpente arcobaleno. I rumori della folla, il silenzio, la presenza, Walt Whitman. Le due facce del panettone: taglio signorino geometrico apollineo, morso dionisiaco a mani piene, denti alti e faccia dentro. Memorie jazz dal paese fantasma. Una visita mattutina con le

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The Rhythm Method (diary): 27 dicembre

Blu Bus from Aosta. Hardcore punk dal nord. Da ragazzetto adoravo i Kina. Credo di averli scoperti alla fine degli anni 80 in una di quelle disperate domeniche alla radio, quando il giramento per l’imminente lunedì mattina cominciava a diventare insostenibile. Verso sera Antenna BN International sparava Italia Metallica, un

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The Rhythm Method (diary): 26 dicembre

Osservavo i passi disarticolati dei chitarristi rock. Scariche elettriche dal ventre al piede. Un disco solare conficcato tra pietre antiche; presenze aliene, simboli lunari, spirali del tempo. Vinny Appice su Dehumanizer ha il suono di tamburi di battaglia, tempeste magnetiche. Le unghie hanno rigature irregolari, dorsale anulare come una colonna

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The Rhythm Method (diary): 25 dicembre

Due fratelli Zoppo reduci da una tombolata ad elevata competizione con le due sorelle Zoppo. Piccole ma combattive. Ovviamente ha vinto Alessandro Zoppo, che augura festante alla sua nutrita fanbase un rispettabile buon Natale 2021.

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The Rhythm Method (diary): 24 dicembre

Il segreto è nell’impasto del nome nella bocca. Una fornace che riceve l’intensità del pensiero e macina il getto della parola. Quando qualcuno pronuncia “George” in quel modo – un modo che è miscuglio presocratico di ammirazione, trasporto, gratitudine – allora è un membro della sezione esoterica. Era così denominata

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The Rhythm Method (diary): 22 dicembre

L’arte è un corpo. Un’immensa distesa composta da un unico grande tessuto connettivo. Un film, la colonna sonora, l’origine concettuale, la destinazione visiva, la congiunzione sapienziale, il risvolto scenografico, il rimando a un sospiro profondo. Un oceano sommerso di richiami ed esperienze. . Da bambino mi portavano spesso ad Acqui

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The Rhythm Method (diary): 21 dicembre

Si torna sempre a casa. Soprattutto quando hai una vita disseminata di case. Come sa bene il signor Trenitalia, che conosce i miei tragitti irregolari dell’ultimo ventennio, ho pochi rapporti con il mio territorio. Proprio mio non è, essendo un meticcio picentino/monferrino occasionalmente infiltrato nel Sannio, ma è il campo

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The Rhythm Method (diary): 20 dicembre

La bellezza regna per diritto divino, ricordava Oscar Wilde, dunque non può essere interrogata; contiene domande e risposte, spazio e tempo. Ognuno di noi abita un’estrema propaggine di bellezza, soprattutto nei frammenti che lo rappresentano. Oggi ho ospitato un giovane giornalista che ha voluto approfondire la mia storia di autore.

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The Rhythm Method (diary): 16 dicembre

Inferno. Ricordo una scena. L’antiquario Kazanian è con Rose Elliott nel suo negozietto e le dice, allusivo ma grave: “L’unico grande mistero della vita è che essa è governata unicamente da gente morta”. Spesso i film di Dario Argento hanno notevoli buchi narrativi, ma quelle falle sono lanci subliminali per

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