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The Rhythm Method (diary): 5 marzo

Essere dappertutto è come essere in nessun posto, diceva il Montaigne. E le date di nascita? Il ricordarle? Il portare ovunque con noi la memoria di chi abbiamo ascoltato, letto, amato? Oggi nasceva Pasolini. Oggi nasceva Battisti. Dove sono? Forse la soluzione è nel vincolo della destinazione. In quel gesto

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The Rhythm Method (diary): 3 marzo

Primo giorno di Losar. Da sudditi del Regno della Quantità siamo vincolati all’orologio, tuttavia oggi mi sono regalato una linea di primi passi per inaugurare il nuovo anno di luce, tempo e sensi. Ho meditato su ciò che rende un semidio Jimmy Page, accanto ad altre innumerevoli virtù: tra remaster

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The Rhythm Method (diary): 1 marzo

Il privilegio di vivere. Non ci si riferisce solo ai recenti, tragici fatti bellici. Anche a Marco Aurelio, al dono del primo respiro mattutino, all’aprire la finestra e non vedere un muro di fronte – eretto a protezione di interessi, abbattuto per spianare altri interessi – ma una vallata, o

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The Rhythm Method (diary): 26 febbraio

Oggi una insistente spolverata di neve ha imposto una pausa. Una sosta nel pensiero, si auspica anche in quello belligerante e malevolo, in quello ossessivo e paranoico che è più subdolo ma altrettanto dannoso per individui e nazioni. Dopo aver rapidamente eretto un pupazzo – che nelle intenzioni delle cucciole

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The Rhythm Method (diary): 25 febbraio

La prima chiave, la grande chiave, è l’attenzione. La seconda è la presenza. La terza è la centratura. Con l’orecchio a terra, come antichi scrutatori di movimento. L’anno scorso, il 26 febbraio, ci lasciava Danilo Rustici. Uno dei miei eroi a sei corde. Un altro gigante elettrico volava altrove il

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The Rhythm Method (diary): 23 febbraio

Da qualche anno, sulla scorta della mostra al Guggenheim del 2019, ho scoperto Hilma Af Klint. Esercita un fascino difficilmente resistibile. È stata una di quelle figure magnetiche, isolate eppure connesse ai centri sottili del suo tempo fuori dal tempo. Artiste calamite, spore, ragni, polmoni. Non so se definirla –

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The Rhythm Method (diary): 21 febbraio

Passai un’estate sulla spiaggia solitaria. Non c’erano echi di cinema all’aperto, né il minatore bruno. Solo orme antiche, brusii delle onde. Oceano junghiano. Un desiderio: ombrellone chino, sedia insabbiata. Come Charles Aznavour sulla copertina di Il bosco e la riva, foto metafisica di Caesar Monti. All’alba degli anni ’90 un

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