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The Rhythm Method (diary): 18 marzo

La verità deve abbagliare gradualmente, altrimenti tutti sarebbero ciechi. Così recitò una maestra alata, aggiungendo: dì tutta la verità ma dilla obliqua. Siamo attraversati da correnti sotterranee, da folate persistenti. I nostri movimenti sono passaggi di energie. Durante il suo concerto Jean-Luc Ponty mi rapì per la postura. Dritta, disciplinata,

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The Rhythm Method (diary): 17 marzo

Il piegato diventa intero. Il tortuoso diventa dritto. Il vuoto diventa pieno. Il consumato diventa nuovo. Benché nulla sia costante, benché l’impermanenza sia una legge, non mancano mai piccole, confortevoli, saporite ritualità. Primi passi benedetti. Quando esce il proprio libro si seleziona un numero iniziatico di copie-dono per i propri

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The Rhythm Method (diary): 16 marzo

Un tempo conobbi un impenitente donnaiolo, un mercante d’arte tanto raffinato nel suo mestiere quanto gozzovigliante nel suo traccheggiare con le femmene. Era un incallito dionisiaco, gratificato dagli dèi: si narrava – in realtà era lui stesso il narratore, ma con un distacco signorile e cinematografico – avesse avuto oltre

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The Rhythm Method (diary): 13 marzo

La parte rispetto al tutto nelle Diatribe di Epitteto. Ogni giorno un concetto in più per averne tanti in meno. Bilancia del sapere per essere. Le cucciole crescono, con loro gli istanti verdi in pomeriggi infiniti.

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The Rhythm Method (diary): 12 marzo

Materia ed energia. Ciò è, secondo Gurdjieff. Questo è il mio oggetto più duraturo. Mi fu donato da un’amica di penna a metà anni 90, da allora è sempre in tasca, giorno dopo giorno. Non ha un valore simbolico ad personam poiché non ho più avuto rapporti con la donante,

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The Rhythm Method (diary): 10 marzo II

Non parlo molto del mio lavoro di ufficio stampa sui social. Non lo faccio per riserbo ma anche perché il mestiere deve parlare da solo. Tuttavia in più di vent’anni di attività non mi era ancora capitato di lavorare a un disco di Ennio Morricone. È la colonna sonora di

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The Rhythm Method (diary): 10 marzo

Joe Bonamassa suona Just Got Paid serio, con la mascella americana spaccona: sotto la barba di Billy Gibbons invece c’è sempre il sorriso. Mattinata di sole. Dal cemento ai ciottoli. Ho scoperto una segreta via silenziosa. Quando gli dèi sorridono, si può sognare il sogno di un altro.

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The Rhythm Method (diary): 9 marzo

Ieri ho visto il documentario su Terenzio, il suo viaggio verso la Grecia. Sulle orme degli antichi padri. Pensavo al ciclo delle paternità, si è padri e figli nello stesso momento. I gruppi di Seattle sono stati figli di un’epoca ma per tanti ragazzi che si avvicinano allo strumento sono

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The Rhythm Method (diary): 7 marzo

Nulla si cancella. Chimera della verginità. Siamo composti da tutto ciò che ci ha ferito, tradito, distratto, azzittito, oppresso, costretto, azzerato poi numerato, appesantito, incasellato, deviato, annebbiato. Siamo composti da tutto ciò che ci ha accarezzato, baciato, travolto, sfiorato, ammaliato, alleggerito, strutturato poi liberato, formato, rapito, estasiato, incuriosito. Siamo monadi

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The Rhythm Method (diary): 6 marzo

Domenica proustiana. Nella memoria nomade di Instagram ho ritrovato un luogo di infanzia. Quando d’estate tornavo nel mio Piemonte, di tanto in tanto da Acqui si sconfinava nella vicina Alice Bel Colle. Toponomastica evocativa, tra Carroll e Tolkien. Inoltre quell’Alice vuole l’accento sulla a. Luoghi sdruccioli in cui si faceva

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