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The Rhythm Method (diary): 10 marzo

Joe Bonamassa suona Just Got Paid serio, con la mascella americana spaccona: sotto la barba di Billy Gibbons invece c’è sempre il sorriso. Mattinata di sole. Dal cemento ai ciottoli. Ho scoperto una segreta via silenziosa. Quando gli dèi sorridono, si può sognare il sogno di un altro.

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The Rhythm Method (diary): 9 marzo

Ieri ho visto il documentario su Terenzio, il suo viaggio verso la Grecia. Sulle orme degli antichi padri. Pensavo al ciclo delle paternità, si è padri e figli nello stesso momento. I gruppi di Seattle sono stati figli di un’epoca ma per tanti ragazzi che si avvicinano allo strumento sono

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The Rhythm Method (diary): 7 marzo

Nulla si cancella. Chimera della verginità. Siamo composti da tutto ciò che ci ha ferito, tradito, distratto, azzittito, oppresso, costretto, azzerato poi numerato, appesantito, incasellato, deviato, annebbiato. Siamo composti da tutto ciò che ci ha accarezzato, baciato, travolto, sfiorato, ammaliato, alleggerito, strutturato poi liberato, formato, rapito, estasiato, incuriosito. Siamo monadi

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The Rhythm Method (diary): 6 marzo

Domenica proustiana. Nella memoria nomade di Instagram ho ritrovato un luogo di infanzia. Quando d’estate tornavo nel mio Piemonte, di tanto in tanto da Acqui si sconfinava nella vicina Alice Bel Colle. Toponomastica evocativa, tra Carroll e Tolkien. Inoltre quell’Alice vuole l’accento sulla a. Luoghi sdruccioli in cui si faceva

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The Rhythm Method (diary): 5 marzo

Essere dappertutto è come essere in nessun posto, diceva il Montaigne. E le date di nascita? Il ricordarle? Il portare ovunque con noi la memoria di chi abbiamo ascoltato, letto, amato? Oggi nasceva Pasolini. Oggi nasceva Battisti. Dove sono? Forse la soluzione è nel vincolo della destinazione. In quel gesto

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The Rhythm Method (diary): 3 marzo

Primo giorno di Losar. Da sudditi del Regno della Quantità siamo vincolati all’orologio, tuttavia oggi mi sono regalato una linea di primi passi per inaugurare il nuovo anno di luce, tempo e sensi. Ho meditato su ciò che rende un semidio Jimmy Page, accanto ad altre innumerevoli virtù: tra remaster

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The Rhythm Method (diary): 1 marzo

Il privilegio di vivere. Non ci si riferisce solo ai recenti, tragici fatti bellici. Anche a Marco Aurelio, al dono del primo respiro mattutino, all’aprire la finestra e non vedere un muro di fronte – eretto a protezione di interessi, abbattuto per spianare altri interessi – ma una vallata, o

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The Rhythm Method (diary): 26 febbraio

Oggi una insistente spolverata di neve ha imposto una pausa. Una sosta nel pensiero, si auspica anche in quello belligerante e malevolo, in quello ossessivo e paranoico che è più subdolo ma altrettanto dannoso per individui e nazioni. Dopo aver rapidamente eretto un pupazzo – che nelle intenzioni delle cucciole

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The Rhythm Method (diary): 25 febbraio

La prima chiave, la grande chiave, è l’attenzione. La seconda è la presenza. La terza è la centratura. Con l’orecchio a terra, come antichi scrutatori di movimento. L’anno scorso, il 26 febbraio, ci lasciava Danilo Rustici. Uno dei miei eroi a sei corde. Un altro gigante elettrico volava altrove il

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