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The Rhythm Method (diary): 3 aprile

Tangerine Trees and Marmalade Skies. Nel bel mezzo di un’aspra e tesissima gara di disegno con le cucciole ho improvvisato un albero psichedelico. Venuto fuori dal sonno bestiale, perché nel risveglio chi pensa è l’animale. Sarà stato uno dei piccoli giocattoli di Cocteau, quelli che inventiamo per nascondere il vuoto.

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The Rhythm Method (diary): 29 marzo

Less is more, si diceva. All’italiana – meno è più, meno è meglio – si perde il fascino cosmopolita, esotico, per quanto la contemporaneità abbia bandito ogni ipotesi di esotismo. Apologia del librino. Opulenza di poche, misurate, sorvegliate righe. Una connotazione simbolica potente. Evoca, junghianamente, l’intuizione originaria. Giovedì ne usciranno

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The Rhythm Method (diary): 27 marzo

Ogni tanto la guardo. La posa spavalda con cui imita chissà chi. Meglio di spalle, non mi vede e non mi sente, si dice le sue cose con aria da sfidante. Ieri le raccontavo dei concerti di quattro ore dei Grateful Dead, chissà se riuscirò a portarle entrambe a rendere

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The Rhythm Method (diary): 26 marzo

Nella notte Gianni Cavina ci ha lasciato. Non puoi non amarli attori di quella pasta. Partono dalla maschera e lì tornano, il volto come laboratorio di carne e fiato, il corpo come canale tra storie e immagini. La faccia di Pupi Avati, dalle Finestre che ridono al Signor Diavolo. Il

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The Rhythm Method (diary): 25 marzo

Ho svezzato Federicaa suon di Beatles. L’ho iniziata al culto battistiano, le ho raccontato la musica del diavolo degli ultimi Doors, siamo discesi nel fango elettrico dei Black Sabbath, abbiamo cavalcato il fulmine dei Led Zeppelin. Ora, sola soletta, è nel pieno della fase glam.

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The Rhythm Method (diary): 24 marzo

Mudra Sounds X. La Grande Musica Americana dei Grateful Dead è uno straordinario atto d’amore. Non vive di passaggi bruschi o sbalzi repentini. Lo scalpitare del galoppo di Truckin’ è gentile, l’atterraggio da Scarlet Begonias all’iride festosa di Fire On The Mountain è morbido, Dark Star è il respiro degli

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The Rhythm Method (diary): 23 marzo

Ho ricevuto un dono. Bello, importante, vitale. Anticipato da un altro dono, impacchettato nella melma. Doloroso, dunque utile. Parliamo però del secondo. Un’illustrazione, una delle venti che corredano i dialoghi immaginari che abbiamo condotto nel nuovo libro DeLorean Café, pubblicato ieri da Les Flâneurs. Non conoscevo Andrea Spinelli, lui non

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The Rhythm Method (diary): 21 marzo

La prima regola è l’attenzione. Non ne ebbe John Lennon, quando la sera del 21 marzo 1967 assunse inavvertitamente una dose di LSD. Era a Abbey Road per le registrazioni di Getting Better e Lovely Rita. George Martin si accorse del malessere, lo accompagnò al piano di sopra. Era impossibile

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The Rhythm Method (diary): 19 marzo

Arginate tutte le paturnie da barbone ottocentesco che sfodero nelle occasioni festose, mi godo la festa del papà che nella nostra ritualità è festa del regalo. Regalo 1. Mentre le spiegavo che oggi faremo l’incontro sul grunge, Federica mi ha detto: Papà ma i Nirvana li conosco! Sono nel Libro

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