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The Rhythm Method (diary): 7 maggio

Arriva da lontano, si sente tutto, quel rimbombo interiore. Ognuno ha il suo, dall’esplosione della primavera al fiorire di un amore, di un’opera d’arte, di un’iniziativa. Stamattina siamo qui, in un nuovo luogo di lettura e di incontro.

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The Rhythm Method (diary): 6 maggio

Ho ricordi vaghissimi, sfuggenti, impalpabili di quel pomeriggio di tarda estate. Avevo neanche 12 anni. Murettino bordo campo al sole tenue del tramonto, un gruppetto di ragazzi stravaccati attende il concerto. Arriva un giovane bello, magro, lunga chioma nera, mezzo nudo, kilt e anfibi, andatura ciondolante, bottiglia misteriosa tra le

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The Rhythm Method (diary): 5 maggio

Goccia dopo goccia. Ieri sera ho svuotato la bottiglia d’olio, travasando il fondo in una tazzina. Ho osservato il tondo gialloverde, un minuscolo mare interno colato dall’alto, che avvolto dal bianco circolare ha preso nuovo tono. Un mélange di oro vecchio e solidago scuro, mutazione alchemica che deriva da interazione.

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The Rhythm Method (diary): 4 maggio

Non ci vedevamo dal gennaio del 2020. Poi il covid, le distanze, i fatti sghembi della vita e una vita piena di fatti storti. Ragazzi magici come lui. Se fossi un demiurgo egoista, prenderei Paolo e lo fonderei con gli altri tre o quattro miei amici storici. Fratelli preziosi, sparsi

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The Rhythm Method (diary): 3 maggio

I bei vecchi tempi del futuro. Paul rapito dal vaudeville nel 1967, si prefigurava 64enne e alle soglie degli 80 fa il duetto virtuale con John. Peter Hammill con la barba a metà in un 1978 di azzeramenti, voleva luce, voleva essere fiero, voleva una vita più degna di un

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The Rhythm Method (diary): 2 maggio II

Tra 1997 e 1998 Giovanni Bocchino, altresì noto come Gioboc, si dilettava nella fotografia. Oggi è il suo lavoro, è conosciuto e stimato per la capacità di cogliere l’attimo, il luogo, la sensazione. Per l’abilità nel restituire segni e valori. Mentre incrociavo l’ascolto nostalgico di David Sylvian, Madredeus e Pino

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The Rhythm Method (diary): 2 maggio

Upside Down Roots. Il buddhismo mi ha insegnato a osservare il mondo da un altro punto di vista. A volte laterale, più spesso a capa sotto: cadono le monetine dalle tasche, i pavimenti diventano soffitti con i mobili appesi, i capelli coprono gli occhi ma non è importante vedere. Conta

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The Rhythm Method (diary): 30 aprile

L’arte del desiderio. Il desiderio dell’immagine. Il circolo scintilla scossone carezza. Un naso, una cicatrice, una nuca, un passo, un’ombra. L’energia lontana che spinge profonda e plasma la forma. Il modo in cui si manifesta la sostanza. Qualche tempo fa, durante uno degli incontri preparatori delle nostre conversazioni sulla cover

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The Rhythm Method (diary): 29 aprile

In questi giorni di silenzi, parole per decorare, gesti per nascondere, orari rubati per un raggio di luce, ho fatto una colossale scorpacciata di musica. Più del solito. Mi sono regalato incroci creativi tra Tedeschi Trucks Band e Caetano Veloso, Bomb The Bass e Rolling Stones, Joan As Police Woman

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The Rhythm Method (diary): 28 aprile

– L’inquietudine che indosso io so che non ha età. Vecchio mio, è stanchezza la nostra, malinconia. Una decina d’anni prima Victor Sogliani era famoso. L’Equipe 84. Classifiche, tv, radio, cantagiri, sorrisi, canzoni, palchi, il beat italiano nel pieno del suo trionfo ottimista e floreale. Poi le inquietudini del Sessantotto.

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