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The Rhythm Method (diary): 17 maggio

Le copertine sono porte. Ingressi su mondi. Per quanto obsoleta, l’idea del disco-esperienza è ancora seducente. L’immagine è il primo passo, la vista il primo senso stuzzicato, poi travolto dal suono e riconquistato in concerto. Sinestesie. A Lucio Battisti è mancata la parte live, dunque album come Amore e non

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The Rhythm Method (diary): 15 maggio II

Le masterclass sulla storia del rock all’Accademia Lizard mi stanno stimolando e divertendo. Tenevo in modo particolare a quella di ieri sul metal. La sfida era sintetizzare in un paio d’ore, con una quindicina di video, un fenomeno ampio e eterogeneo, ricco di risvolti extramusicali e con una miriade di

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The Rhythm Method (diary): 15 maggio

– Papà mandiamo la foto al maestro Guarnaccia? Avevamo preso una bella abitudine. Le bambine avevano scoperto gli albi bianchi di Matteo Guarnaccia, tutti da riempire di fantasia cromatica. Dopo un’iniziale ritrosia – il bianco è il trampolino ideale per volare con l’immaginazione – avevo concesso l’uso alle cucciole. Federica

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The Rhythm Method (diary): 14 maggio

Da Naima ho scoperto un bianciardino bianco e nero firmato Marco Pannella. Fare l’amore come gesto politico, poche parole per un pensiero forte. Da un paio di giorni non bevo caffè. Purificazione in corso. Oggi pomeriggio all’Accademia Lizard di Benevento masterclass sulla musica rovente, dai Judas Priest a Devin Townsend.

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The Rhythm Method (diary): 13 maggio

Quando i cromosomi ti plasmano sradicato, quando l’indole spinge al nomadismo, non esiste un territorio-casa. Ogni luogo d’elezione – anche temporaneo, occasionale – diventa tana calda. Quando studiavo diritto mi colpì un concetto, all’epoca visionario, di Stefano Rodotà: cittadinanza a geometria variabile. Siamo cittadini, elastici e mobili, dei luoghi in

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The Rhythm Method (diary): 12 maggio

Modena o San Francisco? La Via Emilia o Haight-Ashbury? Bila o Captain Trips? Corto circuito spazio-temporale, geografie mobili in un flash dall’estate dell’amore. Un fermo-immagine dai tempi gloriosi del beat che mi ha sempre colpito è questo: Gabriele Copellini, primo batterista dei Nomadi, svestito il look seppiato alla Charlatans, in

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The Rhythm Method (diary): 10 maggio

Il post di ieri su Franco Mussida a Piombino nel 2019 ha smosso sensazioni, individuali e collettive. Dopo la conversazione intensa, impervia e per questo maieutica, Franco aveva bisogno di abbracci. Condivisione di emozioni. L’emozione-fiamma del presente, non quella della nostalgia subito arginata. Sentivo la sua urgenza, mentre l’assessore parlava

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The Rhythm Method (diary): 8 maggio

Federica ha dieci anni. Apprezza in lontananza, con la coda dell’orecchio, immersa nelle letture, degna figlia. Ha il suo cammino. Eleonora quasi cinque. Ha voglia di esperire, di immergersi, mani sporche. Ha paura dell’Ultima Luna, sente le papere in Cosa sarà, vuole sempre Caro amico ti scrivo. Ogni tanto ci

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The Rhythm Method (diary): 7 maggio II

Piove. Due passanti si ritrovano sotto la stessa tettoia. Si riparano. Non si dicono che piove. Non parlano di pioggia. Non è necessario. Piove, chiaramente. Il dire è dichiarare; rendere chiaro. Dirigere luce su una zona d’ombra. Il dire è anche svelare, poi rivelare; l’istante eterno tra la caduta del

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