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The Rhythm Method (diary): 3 giugno

Un itinerario pitagorico lega la Corsica e Monteriggioni. Il Tibet e gli anelli di luce. Tra i numerosi gesti d’amore santi e benedetti di questi giorni c’è molta musica. Inevitabile. Ma non scontata. Compro tanti dischi. È il nutrimento della scelta. Gesto amoroso volontario. Ascolti elettivi. Ogni giorno arrivano dischi

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The Rhythm Method (diary): 2 giugno

Fu una girandola di misteriose connessioni mistiche e visive. Da un maestro giunsi a un altro. Cerchi concentrici. Fu Matteo a farmi comprendere bene Gianni Sassi. La bruciatura. Il dato di realtà. La materia psichica in emersione dal puntino al boato. Energie carsiche. L’elogio del dilettantismo, si diceva; fratello intriso

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The Rhythm Method (diary): 1 giugno

Di tanto in tanto, nelle pause estatiche in cui il flusso lavorativo rallenta in respiro, ristoro, risacca di nutrimento, torno all’antico. Letture dettate da meccaniche altre, come quando si aprono a occhi chiusi i libri di Yoko Ono, o Brian Eno. Oracoli di personalità immerse nelle note. Così Ferretti, immerso

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The Rhythm Method (diary): 31 maggio

Stazioni, stelle, sere dei miracoli. L’estate toscana sarà ricca di incontri legati ai vinili, all’immagine che anima la musica, alle musiche che scolpiscono immagini. A uno di questi tengo in modo particolare. Avverrà il 24 giugno. La notte di San Giovanni. Nothing Is Real, diceva e cantava un Giovanni tanto

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The Rhythm Method (diary): 30 maggio

Al termine di una intensa giornata di lavoro, una riflessione sul rapporto uomo-macchina. Anima Meccanica, regime Kraftwerk. Da qualche tempo ho scoperto che la mia macchinina, che è una versione un po’ più evoluta della 313 di Paperino, non risponde ai comandi. O meglio, prende iniziative non richieste: il clacson

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The Rhythm Method (diary): 26 maggio

Le musiche si muovono tra attimi e coincidenze. Incidono insieme nel luogo e nel tempo. L’accadimento è magico quando innova l’esistente; quando lo arricchisce o lo depriva, dunque lo modifica. Accadono attimi magici. Maggiore è la loro brevità, più potente è la loro intensità, più lunga è la loro storia.

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The Rhythm Method (diary): 25 maggio

Max ha due velocità. Una interiore cinetica, a galoppo tra i suoni, orizzonti ravvicinati. Una esteriore flemmatica, meditazione da scacchista di note e immagini. La sintesi tra i due tempi è nella performance, il concerto che cammina tra lo scalpitare al ralenti e la lentissima esplosione di luci. Un rimbombo,

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The Rhythm Method (diary): 24 maggio

Cercavo una foto, come si cercano le parole che connettano pensiero e azione, che siano legate dal bene e dalla circolarità. E’ arrivata giovedì pomeriggio, dall’alto o dal basso anzi dal bianco e dal nero, alla fine di una chiacchierata in tana di Pino Bertelli. Lo ascoltavo – accovacciato come

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The Rhythm Method (diary): 22 maggio

Tra un libro e l’altro, una chiacchiera e una dedica, ieri ho visitato una mostra speciale. Si chiama Arte a 33 giri, a cura di Alessandra Mammì e Vincenzo Sanfo: Spazio Musa in Via Consolata 11, fino a settembre. Copertine copertine copertine. Con criterio, direzione, selezione. Un punto di vista

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