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The Rhythm Method (diary): 25 agosto

La cultura del performante, annidata nei meandri più remoti del cervelletto, genera mostri – altro che sonno della ragione. Fare, fare tanto, fare meglio, fare ancora di più; dovere, sfidare, competere, accumulare, riempire. Senza respiro, senza pausa, senza secondi posti, senza sottrazione, senza imperfezione, senza benedizione, senza piacere. Potrei stilare

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The Rhythm Method (diary): 21 agosto

Perdendosi ci si ritrova. Anche in una foto. Così decretarono gli dèi. Mi è stata recapitata questa immagine risalente all’autunno/inverno del 1980. I pantaloni di velluto a costine e il maglioncino sono un chiaro indizio cronologico, Alessandro stava per nascere, Dante da qualche tempo si era dato alla fotografia: la

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The Rhythm Method (diary): 14 agosto

Dall’estate del 2016 frequento Piombino e partecipo a Covergreen. Ho visto crescere la rassegna anno dopo anno, l’ho seguita negli spostamenti in nuovi comuni e nei consensi maturati in nuovi territori, ho condotto le serate con gli ospiti che hanno partecipato dal 2017. Mi vengono in mente giganti come Riccardo

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The Rhythm Method (diary): 5 agosto

Egli è Anubi. Un eccezionale quanto ordinario esemplare di Felis Silvestris Catus che mi sono ritrovato come compagno soriano della quotidianità da un paio d’anni a questa parte. Nonostante il nome, Anubi non ha nulla a che vedere con la divinità egizia con testa di sciacallo: che io sappia non

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The Rhythm Method (diary): 2 agosto

Qualche anno fa incappai in un librino – digitale se non erro – di scritti critici sulla musica italiana nel quale l’autore partiva in quarta demolendo il cognome di alcuni suoi blasonati colleghi: Massimo Stracotto, Enzo Scortese, Ernesto Ansimante i nomi storpiati che ricordo meglio. Al netto dei sacrosanti e

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The Rhythm Method (diary): 1 agosto

In questi giorni sto ascoltando e riascoltando i Talk Talk. In particolare The Colour Of Spring e il solista rarefatto e pallido di Mark Hollis. Alto tasso emozionale, soprattutto laddove si sottraggono l’orchestrazione, la retorica, l’abbondanza. Restano ampi scenari lunari rimessi a chi ascolta – riflessioni, oracoli. Terapia. Pensando anzi

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The Rhythm Method (diary): 18 luglio

Nella mia attività di ufficio stampa, negli ultimi anni ho avuto l’onore di usare tante foto di Riccardo Piccirillo. Dalle numerose produzioni SoundFly al recente exploit dei Bisca con Phonotype, gli scatti firmati RicPic sono potenti, efficaci e al tempo stesso poetici. Caravaggeschi, mi suggeriva l’altra mattina Ghigo Renzulli durante

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The Rhythm Method (diary): 9 luglio

Domenica pomeriggio stavamo meditando su futuri progetti insieme. Ognuno sulla propria poltrona, scalzi ma composti, rilassati ma presenti. Paolo si è alzato mentre prendevo appunti, ha trovato nella sezione filosofico-scientifica della libreria Ingegneria della Felicità. E’ un librino Rizzoli del 1985, un bestseller della divulgazione scientifica dell’epoca. L’autore era Silvio

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The Rhythm Method (diary): 5 luglio

Perché si scrive? C’è chi dice di scrivere per sé stesso, ma sento che c’è qualcosa di più in ballo. Credo che si scriva per costruire un senso. E’ un discorso relazionale, si scrive affinché qualcuno legga e rimetta in circolo idee e immagini incarnate nella parola potente. A volte

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The Rhythm Method (diary): 1 luglio

Been A Son. Oggi per la prima volta, con volontà e consapevolezza, Federica ha voluto condividere con me un album. Eravamo in auto e abbiamo ascoltato, a volumi felicemente sconvenienti, Incesticide. Ho ricordato di quando lo condividevo trentadue anni fa con mio fratello, forse più per cattività domestica che per

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