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The Rhythm Method (diary): 22 gennaio

Gironzolare nella Scuola di Musica Moderna è un’esperienza sensoriale. Suoni di strumenti sprigionano dalle classi, i corridoi sono ricoperti di foto rock, jazz e blues, icone che fungono da numi tutelari per i ragazzi che studiano. Miles Davis, Chuck Berry, Ian Anderson, Jimmy Page, Howlin Wolf e tanti altri. La

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The Rhythm Method (diary): 20 gennaio

Ci sono artisti con cui senti di avere una profonda confidenza. Non li hai mai conosciuti eppure sei legato alla loro voce d’angelo. Un sottile, tenue ma indissolubile filo di intimità. Ti hanno accompagnato fin da ragazzo, hanno cantato per te. Con te. Sapevano tutto. Per motivi insondabili custodivano dei

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The Rhythm Method (diary): 16 gennaio

Un caro amico libraio che purtroppo non è più tra noi mi chiese: Ma perché i libri di musica hanno le copertine come i dischi? Se avessero una grafica tipo Adelphi venderebbero di meno? Non so ancora rispondere a questa domanda. Nel frattempo si impone un candido – ma tempestoso,

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The Rhythm Method (diary): 12 gennaio

Ho sempre amato la copertina di Wired. Forse perché è consunta dagli innumerevoli ascolti, sicuramente perché le sfumature della chitarra e della figura di Jeff riportano a un’onda di suono levigato, quasi una pennellata materica. Sta lì ferma durante il trambusto del trasloco, sei corde funk-fusion in attesa di nuovo

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The Rhythm Method (diary): 11 gennaio

11 gennaio. Ognuno custodisce il proprio De André. In questi giorni di riascolto, ricordo e ricorrenza, penso a Crêuza de mä. La scoperta su una cassettina registrata chissà da chi ai tempi del liceo. Non in tempo reale, ma sull’onda marinara del lento rilascio dell’album. Una risacca di poesia bagnata,

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The Rhythm Method (diary): 10 gennaio

La gioia del Ritiro. L’ingresso nelle Segrete Stanze. La Dimora del Suono. Ho sempre amato vivere la musica così, un giardino segreto coltivato con anni e anni di ascolto attento, devoto, grato. Un buon disco diventa l’occasione per un sano retrocedere dal mondo. Ricordo una decina d’anni fa l’immersione nelle

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The Rhythm Method (diary): 4 gennaio

I padri separati hanno un dolce e amarissimo senso di colpa. Dentro ogni carezza c’è un sospiro profondo e lento, un pesante panno bagnato sul petto; dietro ogni gesto c’è la lontana speranza che un giorno si sia compresi. Soprattutto verso sera, quando il mento a piombo ti curva sui

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The Rhythm Method (diary): 3 gennaio

Durante questi ultimi fuochi di permanenza nella Tana del Lungo Passaggio ho tanto atteso un libro. Avevo visto il fogliettino del corriere ma del pacchetto non vi era traccia. Da nessuna parte. Lo ricomprerò, pensavo, ma sotto sotto pensavo ancora di più che avrei posticipato l’acquisto: quando salta la connessione

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