Una delle memorie più forti degli anni ’90 fu l’avvento dei Kyuss.

Un vortice desertico, un suono abrasivo e saturo, così dilatato da evocare scenari allucinati e da contagiare gruppi di ogni nazione. Ricordo gli Spiritual Beggars dalla Svezia, i Church of Misery dal Giappone, i tedeschi Vibravoid. E se Alessandro non l’ha trafugato e occultato, da qualche parte dovrebbe esserci ancora un vinile quadruplo (con biscottini lisergici in copertina), con il poker tutto italiano Hogwash, Acajou, That’s all Folks! e Vortice Cremisi – se non ricordo male, trovato su una bancarella verde al Festival di Cisternino in tempi imberbi.

Ricordi scatenati da un po’ di giorni, da quando Tsunami ha pubblicato il testo di riferimento sullo stoner rock, che poi è bene chiamare heavy-psych, come sostiene Davide Pansolin dai tempi gloriosi di Vincebus Eruptum. Lo sostiene – sin dal titolo – anche nel suo libro Kiss The Sun – Il lungo viaggio dell’heavy psych 1980-2000.

Il mercoledì di Jam è con lui.
Two cents from Sky Valley.

Il lungo viaggio tra heavy-psych e stoner