Che grande nome Inner Ear Brigade. Di “brigatista” però c’è ben poco, se ci riferiamo a un’indole guerrigliera e aggressiva. Anzi, la formazione californiana, nuovo fiore all’occhiello della nostrana AltrOck, si ispira a quella visione “aurea” del progressive storico che non conosce confusione e irregolarità ma equilibrio e visione “orchestrale”. Non a caso l’ampio ensemble – dieci membri – si propone come piccola orchestra rock ispirata all’arco sonoro che va dai Gentle Giant agli Isildurs Bane passando da Zappa agli Henry Cow.
Spigoloso e pungente, policromatico nell’esposizione delle possibilità timbriche offerte dall’organico, il debutto “Rainbro” si presenta aderente alle linee guida AltrOck – più legate alla combinazione jazz e avant-rock – ma non sconfina nei territori folleggianti alla French TV. Il punto distintivo degli IEB è nell’equilibrio tra passato e presente, nell’interpretazione aggiornata e spesso sorprendente (vedi l’hard sound della title-track o il funk-jazz deviato di “Oom pah”) di moduli nati e cresciuti più di trent’anni fa.
Il gruppo preferisce concentrarsi su brani di breve durata ma dalla ricca convivenza di cellule sonore (“Too good to be true” è un ottimo esempio), con il canto di Melody Ferris che conferisce quell’andatura lunatica cara alla terra di Canterbury (“Missing the train”); un’organica visione d’insieme evita il suonarsi addosso anche in prove più corpose come “Dirty spoons” e la conclusiva “25 miles to freedom”.
Il tocco surreale, l’urgenza espressiva, l’approccio poco convenzionale e autoindulgente della formazione di Oakland rendono “Rainbro” uno dei più stimolanti debutti progressive degli ultimi tempi.
http://www.innerearbrigade.com
D.Z.