“Black Banana? Aaaahhhhh!”. Non c’è modo migliore per entrare nel mondo rock dei Black Banana: l’urlo di una bambina in apertura di album ci scaraventa in un panorama sonoro in cui totem e tabù tutti rock passano in rassegna pezzo dopo pezzo. Eppure per il loro debutto i Black Banana – titolo pruriginoso assai, nevvero? – non risultano per niente verbosi, stanchi e boriosi: la loro adesione ai moduli che vanno dagli AC/DC ai Danko Jones, dai Ramones agli Hellacopters, con giuste spruzzate stoner, è piacevole e diretta. Evidentemente il quintetto lombardo ha capito bene che il giochino riesce quando si è sinceri e scanzonati al punto giusto, quando si ha voglia di tirare fuori balle ed energia senza sbrodolarsi addosso. Sonic Death Monkey è un gran bel biglietto da visita.
http://www.blackbanana.it
Era il 2004. Lo ricordo ancora quel disco, come pochi altri mi tenne “prigioniero il cuore”. Parlo delle Meccaniche del quinto dei Kyrie, formazione milanese che torna otto anni dopo con un nuovo, ricco e avvincente lavoro che propone subito, senza mezzi termini, una speciale continuità con il magico predecessore. Lo splendore del mattino che viene è un lungo e accattivante excursus nel ricordo: tema cruciale e centrale non solo di un lp ma dell’intera vicenda artistica dei Kyrie. Rispetto alla narrazione dark/wave dell’esordio, il secondo album apre lo scenario a un rock battiatiano, misurato e aristocratico, talvolta disponibile a sconfinare nella ballata sognante e crepuscolare, apparentemente in linea con le dinamiche dell’indie contemporaneo ma lontano anni luce per sensibilità, preparazione, sviluppi culturali e qualità del lessico. Toccante.
http://kyrieband.blogspot.it/
Le etichette possono fare tanto. Quando i Verbal sono spuntati fuori dal nulla con l’immaginifico tag “trans rock” mi si sono accese tante lampadine. Poi ad ascoltare il debutto omonimo tutto torna. Quel “trans” che indica passaggi, confluenze, sfumature e cerchi concentrici è la parolina magica per capire l’orientamento sonoro del quintetto bergamasco. Verbal è un intrigante disco strumentale, e poco importa che numi tutelari come Mogwai, Explosions In The Sky, Don Caballero e Battles osservino da dietro l’angolo. Registrato interamente in diretta, Verbal è un debutto già definito, la prima sistemazione di un free rock che abbisogna solo di uno scatto di fantasia e irrazionalità in più.
http://www.verbalband.com