La letteratura sul progressive italiano ha detto tutto o ci sono ancora degli aspetti da trattare, dei territori inesplorati, degli argomenti da approfondire? Nonostante il numero considerevole di pubblicazioni, la sensazione è che ci sia ancora molto da dire, e in diverse direzioni: per restare ad alcuni studi degli ultimi anni, biografie a parte, Riccardo Storti ha inquadrato il fenomeno seguendo una chiave di lettura “geografica”, Augusto Croce ha fornito il più dettagliato catalogo discografico e Massimo Forni ha offerto una concisa sintesi storica. Quest’ultimo è un percorso ancora da battere poiché, al di là di singoli contributi (pensiamo ai testi sugli Area o al recente su Gianni Sassi di Maurizio Marino), manca un testo consistente che affronti i rapporti tra “pop italiano” e temperie storica, culturale e artistica degli anni ’70, relazione solitamente lasciata sullo sfondo di narrazioni musicali. Se mettessimo insieme monografie vecchie e nuove – da Mirenzi a Rizzi, da Casiraghi a Consiglio – otterremmo uno spaccato importante di ragionamenti e riflessioni sul nostro prog: mancano all’appello una valutazione più approfondita di taglio musicologico (finora comparsa solo in alcuni saggi di Alfano e in Contrappunti del CSPI) e un soprattutto libro “definitivo” che connetta tutte le suggestioni finora lanciate.
Peccato ci si fermi sempre alla seconda metà degli anni ’70 e si continui a sottovalutare il fenomeno new progressive, dalla metà degli anni ’80 ad oggi: se si volesse ragionare sul prog tricolore come un tutt’uno, ci vorrebbe un lavoro in dispense, in più volumi. A Franco Brizi ad esempio servirebbero un bel po’ di tomi come il suo Volo Magico. Storia illustrata del rock progressivo italiano (Arcana). Il sottotitolo chiarisce subito il taglio: un archivio di immagini dal 1970 al 1977 aperto, anzi spalancato e messo a disposizione del lettore, in particolare quello più giovane, soprattutto neofita. Il libro di Brizi – che ricordiamo per una bella discografia illustrata dei Pink Floyd per la Coniglio – si sofferma su tutto l’immaginario visivo del nostro prog tirando fuori copertine, foto, poster, materiale promozionale e in particolare articoli tratti dalla pubblicistica dell’epoca, su tutti l’imprescindibile Ciao 2001, ancora una volta fonte eccezionale per la ricostruzione di un decennio. Non mancano piccole recensioni dei dischi usciti ogni anno, ma si tratta di una sezione più che minoritaria in un progetto che punta a colpire lo sguardo e a suggestionare memorie e fantasie.
Dalla trasformazione delle Orme post-beat in trio sinfonico alla nutrita line-up di Venegoni & Co., dal seminale Palermo Pop 70 al riflusso inaugurato all’indomani del Parco Lambro 1976, Volo Magico passa in rassegna colori, umori, look, sguardi e pose di una decade irripetibile ma – e qui sta il limite di questa e altre operazioni simili – ancora troppo mitizzata. Visto anche il prezzo (75 euro, adeguati alla mole dell’opera ma non per tutti), viene da pensare che le celebrazioni del rock d’antan nostrano siano riservate solo a portafogli ben gonfi, magari proprio quelli che c’erano e bramavano le copertine qui raccolte… Volo Magico è un’evoluzione del lavoro compilato anni addietro da Barotto: una confezione straordinariamente accattivante, patinata e variopinta, che sarà utile a chi non ha vissuto quell’epoca e non ha sfogliato i giornali originali.
www.arcanaedizioni.com
Celebrativo ma con uno spirito diverso – un simpatico e nostalgico com’eravamo, un amarcord tra amici un tempo impegnati a dominare i palchi – è Da Caracalla a Villa Pamphilij. Il prog a Roma sull’onda di Woodstock (Aereostella) di Anna Bisceglie. I concerti, i festival, i grandi raduni, sono stati una tipicità spiccata del vecchio prog italiano: se si volessero rileggere gli anni ’70 osservando soltanto questa caratteristica, si avrebbe comunque un ritratto importante ed eloquente di quel periodo, decade del prog ma anche (e soprattutto) dei concerti.
La Bisceglie segue gli studi sui festival di Claudio Pescetelli (Nudi e Crudi) e Matteo Guarnaccia (Re Nudo Pop & Altri Festival) ma se ne distacca al momento giusto: evita di puntare alla riesumazione o allo scoop del piccolo e ignoto festival di provincia, scegliendo di soffermarsi sulla nascita del prog a Roma e in particolare su grandi eventi dell’epoca come Caracalla Pop e Villa Pamphilji. Lo strumento adottato è l’intervista: addetti ai lavori (Gianni Cipriani, Pino Tuccimei, Fabrizio Zampa, il compianto Pepi Morgia) e musicisti (Facchinetti & D’Orazio, Lino Vairetti, Toto Schipa Jr., Francesco Di Giacomo, Joe Vescovi, Claudio Simonetti etc.) raccontano la loro esperienza all’alba degli anni ’70, focalizzando i loro ricordi su quanto accadeva a Roma – vera cartina di tornasole dello stato di salute del rock nostrano – e contribuendo a ricostruire una memoria collettiva tutta capitolina.
www.aereostella.it
D.Z.