“Tu sei la scia di una stella, la gioventù del mio cuore / Vestito di vento, bagnato di sole”. I versi che chiudono “La cosa più bella” sono tra i più emblematici di “Nella pietra e nel vento”, il nuovo disco di Aldo Tagliapietra. Rappresentano in pieno la scelta di campo dell’ex Orme: semplicità, leggerezza, ritorno agli elementi base della canzone, sia nel linguaggio adottato che nella dimensione musicale. Se con “La via della seta” Le Orme di Dei Rossi e Spitaleri hanno scelto la completa continuità con la trilogia degli elementi – e più in generale con il progressive sinfonico inaugurato nel 1971 – Aldo da par suo opta per un’altra progettualità.

Il suo terzo album di inediti si distacca sia dal pop-rock metropolitano di “…nella notte” (1984) sia dalle meditazioni orientali di “Il viaggio” (2008), agganciandosi invece all’asciuttezza acustica del recente “Unplugged” (2010). Fermo nel proposito di valorizzare più che mai la sua dimensione di autore, più che di uomo da rock band, Aldo torna in pista con un lotto di canzoni intimiste e riflessive, ottimamente arrangiate dal figlio Davide e rinforzate dalla giovane formazione già attiva con lui da qualche tempo (in cui spiccano De Nardi e Ballarin dei Former Life).

Lo spirito delle Orme non è per niente assente, anzi secondo lo stesso autore l’album è in linea con “Uomo di pezza” e “Storia o leggenda”. Un imprinting che marchia a fuoco pezzi signorili e raffinati come la title-track, “Il santo”, “C’è una vita” (una “Sguardo verso il cielo” aggiornata al 2012) e “Dio lo sa”, caratterizzate da limpide arcate melodiche, blitz progressive e preziosismi che pur non facendo urlare al miracolo completano un discorso che punta al cuore, all’emozione. Menzione speciale per “Silenzi”, il miglior esempio di fusione tra la forma-canzone cara ad Aldo e l’eredità prog, difficile da accantonare.

Manca “il” pezzo memorabile ma tra ballate e rock song, echi più o meno riconoscibili delle grandi atmosfere delle Orme, riflessioni sullo scorrere del tempo e i misteri della vita, un felice spirito di gruppo e ospitate care ai fan (Claudio Galieti al basso in “Tra il bene e il male”, la copertina di Paul Whitehead), “Nella pietra e nel vento” mostra un Tagliapietra a suo agio, ispirato e sereno nel suo percorso.

http://www.aldotagliapietra.it

D.Z.