Lontano dalle reunion e dal boom del revival, inarrestabile nella sua misteriosa nuova direzione – quella di un ambient esoterico a tinte dark e progressive, Antonio Bartoccetti è sempre presente. I suoi simboli, i veli con i quali ricopre la materia sapienziale che mette in musica, la progettualità arcana sono elementi che seguono ormai un proprio percorso, alieno alle meccaniche che muovono tanti comeback del prog italiano.
“Pre viam” è il nuovo album del progetto Jacula, tornato in auge dopo una lunghissima pausa – dal 1972, anno di “Tardo pede in magiam versus” – durante la quale il nostro ha lavorato molto come Antonius Rex. Negli ultimi anni il sodalizio – inevitabile – con Black Widow lo ha reso produttivo, anche nel seguire le ristampe di vecchi album. Dopo “Per viam”, ultima incarnazione di Antonius Rex, Jacula riappare con nuova formazione: Bartoccetti alle chitarre, basso e voce, Rexanthony all’elettronica, Florian Gorman alla batteria.
Per il grande ritorno, Jacula intesse un concept album incentrato su Sandra B.: una ragazza posseduta che, come gli altri personaggi (Fatal King, Great Minister, Blacklady), ha un distinto valore simbolico. Il nuovo Jacula sound ha un ampio, se non sconfinato, campo d’azione: nessun riferimento al sound liturgico e nero del 1969, domina una perenne cappa di tristezza e malinconia, talvolta squarciata dall’heavy rock dell’inconfondibile Gibson, come emerge da “Jacula is back”, “In rain” e “Blacklady kiss”.
Ipnotico e vorticoso, “Pre viam” non è lontano, nelle intenzioni e nel clima, dal pionieristico esperimento dark del 1969, ma se ne allontana per una certa “selvatica” raffinatezza.
D.z.