Enrico MerlinQuando Enrico Merlin mi disse “Tanto quelli come noi non sono altro che dei folli, dei maniaci!”, mi fu chiara una cosa importante. La componente “maniacale” spesso è scambiata per ossessione e non per qualcosa di affine alla ricerca di completezza, di esaustività, di universalità. Per realizzare un’opera monumentale come 1000 dischi per un secolo. 1900-2000 (Il Saggiatore) era necessaria una buona dose di sana follia, di quelle che rovesci la medaglia e trovi minuzioso raziocinio e profonda preparazione. Un secolo raccontato in mille opere, il Novecento vivisezionato in un migliaio di dischi. Musica registrata “mai sentita prima”, così l’autore individua il discrimine delle sue scelte: la creatività, l’impatto e l’influenza diventano la bussola per orientarsi in una lunga e appassionata compilazione che fortunatamente rifiuta le logiche di tutti quei libri dedicati ai 100, 500 o 1000 dischi più “belli” o più venduti.

In prefazione Merlin prova a inquadrare alcuni principi cardine delle logiche novecentesche (al trittico melodia/armonia/ritmo si affiancano espressività, timbro e dinamica) e a motivare con fermezza il rifiuto di “caselle” e collocazioni in generi. Ecco che, in una corposa sequela di capolavori, sfilano Bartòk e i Beatles, Janacek e i Pink Floyd, Satie e Charlie Parker: non un magma indifferenziato ma un susseguirsi di schede che analizzano con precisione il valore e il ruolo di tante opere. La popular music spadroneggia, non mancano le sorprese ma anche qualche forzatura (tanto per restare in Italia: siamo sicuri del Perigeo di Azimut e del debutto dei Napoli Centrale?). Merlin è di mentalità aperta e orecchio disinvolto, tanto da ritrovare il meglio del tardo Novecento anche in nomi come Cannibal Corpse e Chemical Brothers accanto a Loren Mazzacane Connors e Kletka Red. Eccellente.

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Piccola appendice per chi in musica cerca sollievo, diversivi, spensieratezza. Completamente diverso – ma non per questo privo di senso e direzione – l’approccio di Paolo Tosi: si presenta come “ascoltatore professionale di mPaolo Tosiusica” e già questo basta per capire che l’attitudine maniacale va a braccetto con quella di Merlin, ma con qualche differenza. Contatto. Percorsi attraverso la musica di un ascoltatore più o meno indipendente (Edizioni Draw Up) è un diario di viaggio lungo una vita e largo quanto una casa piena di dischi: memorie sonore, aneddoti personali che scorrono appoggiati a una torrenziale colonna sonora. Tosi racconta la sua vita di appassionato di buona musica – ancora una volta, ma con occhio e orecchio diversi, un inno alla rottura dei generi – giocando con i ricordi: Contatto diventa un romanzo universale perchè chiunque potrà riconoscersi nei passaggi dalle prime canzoni tirate giù fermando i solchi del vinile alla grande dispersione digitale degli ultimi anni. Come scrive Ernesto Assante nell’introduzione, si tratta di “gente strana, che ama vivere con la colonna sonora sempre accesa”.

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D.Z.