Bravi Izz. Era un po’ che non sentivo John Galgano e soci, interpreti puri di quel progressive all’americana così abile nel mostrare i muscoli sugli strumentali e nell’ammaliarti con melodie da dominio incontrastato dell’FM. “Crush of night” è il loro nuovo album, seconda parte di una trilogia inaugurata con “The darkened room” nel 2009 e portata avanti con approccio professionale e maturo.

Ferma restando la prosopopea che tanto progressive contemporaneo mostra nell’affrontare percorsi concettuali di lunga ed estesa durata, gli Izz hanno dalla loro un atteggiamento più coinvolgente, dovuto al taglio melodico che riservano alla loro scrittura. “Crush of night” – per quanto dedicato all’itinerario di rivelazione e scoperta interiore – ha questa principale caratteristica, alla quale si affianca la presenza di uno special guest d’eccezione: Gary Green.

I Gentle Giant – insieme agli Yes – sono da sempre il massimo riferimento per il prog a stelle e strisce e gli Izz non sono da meno: brani come “You’ve got a time” e “Words and miracles” convincono per l’equilibrio tra la componente articolata e quella “catchy”, il refrain di “Solid ground” è di provenienza AOR ma funziona alla perfezione. Elementi che vengono approfonditi e allargati nella lunga title-track, suite bipartita che non si distacca da quanto realizzato in precedenza ma che risulta un po’ appesantita e dispersiva.

Un eccellente album progressive, che pur adeguandosi in toto al linguaggio retrò è confezionato con gusto.

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D.Z.