La mente ritmica di Tricatiempo in un lavoro d’esordio spettrale e visionario, all’insegna dell’improvvisazione. Nuova uscita Phonotype, con la partecipazione di musicisti del calibro di Still, Talpah, EKS, Fabrizio Piccolo, Elvin Brandi e un cameo di Tonino Taiuti
ARMAMENTARIO SONICO DI UNA DOMENICA
Stefano Costanzo
(Phonotype Records 2025)
8 brani, 41.36 min.
«In questo nuovo album ho inserito la parte più onirica e spettrale del mio mondo sonoro, meno quello concettuale che di sicuro ha una cifra più indefinibile essendo appunto inglobata in un contesto onirico, quasi come un dormiveglia. Ma ho portato dentro questo nuovo lavoro, come diceva Massimo Troisi parlando del suo cinema, quello che di buono seppur poco, come un distillato, c’è nei lavori precedenti. Per la scelta degli ospiti ho deciso di invitare musicisti con i quali non avevo mai suonato prima, tranne Guido Marziale aka Eks, per creare un qualcosa di ancora più vicino alla sorpresa, in primis per me».
Un album solista come un diario onirico, un viaggio nelle visioni e nella trasfigurazione del ritmo, concepito e realizzato in una Napoli antica, quella di Auditorium Novecento e della Phonotype Records, ma in osservazione e lancio verso il futuro. Armamentario sonico di una domenica è l’album d’esordio di Stefano Costanzo, un lavoro che, come dichiarato dallo stesso batterista, esprime la parte più nascosta del suo mondo sonoro, filtra il meglio di tante collaborazioni, include musicisti nuovi con il desiderio della sorpresa, dell’imprevisto. Un mondo sonoro devoto anche a tanti maestri vecchi o recenti, dalla vicinanza al rumorismo di Gegè di Giacomo alla “matematica ferocia” di Tony Williams, fino a Tony Buck, Le Quan Ninh, Tetzuya Nakatani, Eli Keszler.
Nuova uscita della più antica casa discografica italiana, presentato in anteprima, durante la notte di Capodanno in Auditorium, Armamentario sonico di una domenica è un’opera sperimentale che si allontana da una idea canonica e consolidata di batteria per esplorare ambienti sonori poco battuti, soprattutto evocativi. Il lungo titolo del disco, che riporta alla mente i film anni ’70 di Lina Wertmuller e Ettore Scola, è già un elemento artistico in sé, dichiara Stefano Costanzo, una sorta di codice d’accesso al suo mondo: «Oltre che surreale il titolo ha anche un quid di visionario, immaginando una domenica (che ha sempre qualcosa di nostalgico e angosciante per me) durante la quale un bambino, dopo pranzo, su una poltrona si rilassa, mentre ascolta i suoni attorno che formano una tessitura sonora: la tavola che viene sparecchiata; una canzone che suona in un’altra stanza; gente che parla ad alta voce dal terrazzo di fronte, insomma un insieme di suoni, tutti vicini e sovrapposti, che può essere usato come un “armamentario” da ascoltare per ricordare e rivivere una domenica qualunque della propria infanzia».
Batterista ipercinetico fondatore dei Tricatiempo, Stefano Costanzo ha collaborato con protagonisti del mondo della musica improvvisata come Evan Parker, Michel Doneda, Markus Stockhausen, L’Occelle Mare, Mike Cooper, Roberto Bellatalla, Andy Guhul, Abstract Compost, Elliott Sharp ecc. ma anche con jazzisti come Dario Deidda. Nel 2018 è stato scelto da Roberto De Simone per la sua rilettura della tragedia del Titanic. Con base a Napoli, Costanzo è in continuo movimento, prevalentemente con il duo post-dub/free-jazz Cadaver Mike insieme a Guido Marziale aka Eks, e con il trio Oportet, con cui affianca le sue composizioni all’improvvisazione radicale, infine con il suo solo di batteria e oggetti vari. Dalla fine del 2019 ha iniziato la sua collaborazione con i Klippa Kloppa, attualmente è impegnato con la band di Chiara Civello.
Rispetto alle composizioni di Tricatiempo, scritte dallo stesso Costanzo, Armamentario Sonico è caratterizzato dall’improvvisazione totale e radicale, un itinerario in stanze e paesaggi sonori percorso fino alle estreme conseguenze. Una decostruzione del ritmo e del groove che avviene anche con il contributo creativo di ospiti che caratterizzano fortemente il risultato finale, tra cui Still (protagonista della musica elettronica a Milano), Talpah (dagli ambienti electro di Venezia), EKS (Guido Marziale, con cui aveva già suonato), Fabrizio Piccolo, Elvin Brandi e Tonino Taiuti, che ha recitato un estratto di un suo raro testo in napoletano arcaico ispirato a Viviani, su una improvvisazione di chitarra. Ricorda Costanzo: «Conosco Tonino Taiuti artisticamente da molto tempo, non solo per la sua carriera da attore ma soprattutto perché l’ho visto e ascoltato più volte improvvisare sia con le parole e la voce, sia con la chitarra elettrica, da solo e non, e mi è sempre piaciuto moltissimo ciò che fa. L’ho invitato per questo motivo ma anche e soprattutto perché sono un appassionato del dialetto napoletano, soprattutto quello arcaico, alla Viviani e anche quello “pulcinellesco” tipico della commedia dell’arte del 1600 e gli ho chiesto di recitare qualcosa con quel tipo di linguaggio, ed ha portato ‘A Luna d’ ‘e canzone, una sua poesia di 30 anni fa se non erro, con un innesto nel mezzo, di un’altra poesia di Andrea Perrucci intitolata Lu strummolo del 1600. Ci tengo a precisare che è stata “buona la prima”, sembrava apposta scritta per la base di batteria che avevo scelto per lui!».
Stefano Costanzo:
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