In questi giorni sto ascoltando e riascoltando i Talk Talk.
In particolare The Colour Of Spring e il solista rarefatto e pallido di Mark Hollis.
Alto tasso emozionale, soprattutto laddove si sottraggono l’orchestrazione, la retorica, l’abbondanza. Restano ampi scenari lunari rimessi a chi ascolta – riflessioni, oracoli. Terapia.
Pensando anzi immaginando i possibili transiti esistenziali di Hollis, ho ripreso Vite Congetturali di Fleur Jaeggy. Elogio della brevità, scrittura minima. Un ibis rosso dal Nuovo Mondo.
Secondo Jung i grandi cambiamenti arrivano dal basso, dalla terra. E se provenissero dal silenzio?