Quel periodo – poco più di trent’anni fa – è ancora nella mia mente come una macchia indistinta.
Dall’uscita di Ko de mondo in poi: Berlusconi, Kurt Cobain, Ilaria Alpi, Boris Eltsin, don Peppe Diana. E il 4 marzo, se non ricordo male con acquisto in tempo reale, Superunknown dei Soundgarden.
Quanto abbiamo amato quel disco, un secondo martello degli dèi ai primi posti delle classifiche. E anche se la mia idea favorita di superdoom era quella impressionante di Louder Than Love, i Soundgarden del successo planetario avevano un senso.
Valeria Sgarella (e chi se non lei?) racconta con Tsunami la storia del quartetto di Seattle in modo eccezionale. L’intervista del mercoledì di Jam è assai elettrica.
Niente specchi in camerino: i Soundgarden secondo Valeria Sgarella