Nell’estate di due anni fa ebbi l’onore di poter dialogare per la prima volta con Massimo Zamboni.
E’ una figura di musicista e pensatore che ammiro molto: la misura con cui sceglie parole e concetti rivela tanto di lui.
Ieri ho ricevuto una sua mail, con un apprezzamento sul mio libro su Ko de Mondo. Chi scrive, soprattutto chi lo fa in un’area inevitabilmente destinata a un pubblico di cultori, è mosso da un fuoco generatore. Quando questo ritorna, in altre parole e con altre forme, si ha una sensazione di pienezza.
Massimo mi ha autorizzato a pubblicare il suo pensiero, lo condivido con gioia:
Ho incontrato il tuo CSI, che ho letto ieri approfittando di una giornata di pioggia. Ottimo lavoro.
Già l’edizione in sè è preziosa, ma la sorpresa è la tua scrittura lontana anni luce dal giornalismo musicale; poi la capacità di rendere letterarie le nostre chiacchiere senza alterarne il significato ma togliendo tutti gli insopportabili colloquialismi che sono inevitabili in una conversazione telefonica.
Poi hai reso bene tutto il percorso, giusto qualche leggera cristallizzazione caratteriale (forse inevitabile anche questa), qualche cosa che non è andata proprio così (ma la memoria di ognuno di noi cerca spesso accomodamenti di comodo).
Insomma, bel lavoro, spero ti porterà fortuna, a noi l’ha già portata.