Giovanni l’ha chiamata stato di grazia.
Ce lo spiegherà meglio, nel dettaglio, quando uscirà la versione aggiornata di Óra – difendi conserva prega.
Quello che ho compreso nei nostri incontri è che si tratta di una condizione speciale, evidentemente rara, nella quale ciò che deve accadere accade: i tasselli si compongono, come se arrivassero da qualche parte senza sforzo, senza insistenza.
Quando si materializza questo stato, l’effetto è come il sasso nello stagno: si generano cerchi concentrici che toccano sponde opposte, anche e soprattutto quelle che non vediamo.
Al netto dell’effetto romantico e dell’alone mistico, il ritorno dei CCCP ha prodotto attenzione e ha fatto lievitare un interesse che c’era già, che non è mai calato. In primis quello verso i CSI. Accolgo con emozione, non solo per la presenza di una bella recensione al mio libro da parte di Letizia Bognanni, il nuovissimo numero di Rumore, appena arrivato in edicola. Barbara Santi ha curato un prezioso dossier sui trent’anni da Ko de mondo, con interviste a Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli, Ginevra Di Marco, Cristiano Godano.
Buona lettura ai confini del mondo.