Chitarra classica e loop, un viaggio musicale nell’animo umano per il chitarrista siciliano, amante di Ralph Towner e Pat Metheny, giunto al quarto album dopo l’omaggio a Fausto Mesolella
LUCA DI MARTINO
Il richiamo e l’abbandono
(802 Records)
10 tracce | 33.45 min.
«Un viaggio musicale, un’osservazione dell’anima umana, a tratti stufa della monotonia dei luoghi di appartenenza, a tratti nostalgica, e che mai sazia appare in bilico tra il partire e il tornare, tra il trovare e il lasciare, tra il richiamo e l’abbandono: due parole che sembrano lontane tra loro, opposte, ma che si incrociano spesso durante il percorso di vita di ogni uomo e trovano collocazione in ogni decisione intrapresa o scandita dal destino».
Sono le parole con cui Luca Di Martino presenta Il richiamo e l’abbandono, il suo quarto album solista. Un lavoro prezioso, delicato, tutto incentrato su chitarra classica e loop. Il richiamo e l’abbandono è un lavoro simile ai precedenti ma la principale novità consiste nella scelta consapevole di ambientazioni ed effetti differenti che hanno allontanato l’autore dal suono “naturale” della chitarra classica. La loop station, riproducendo alcune sequenze ritmiche/melodiche e percussive, gli ha consentito di dare spazio a momenti di libera espressività e improvvisazione, rendendo questo disco più accattivante, più d’impatto e di facile ascolto.
Luca Di Martino è nato a Palermo nel 1987. Per un ventennio è stato chitarrista e autore di musica e testi nei Vorianova. È stato ideatore e Direttore Artistico per cinque anni della rassegna internazionale Isnello Guitar Festival. Ha debuttato da solista nel 2017 con Di Istinti e di Istanti, a cui fanno seguito Nel Tempo (2021) e Silenzi (2022), pubblicazioni indipendenti di spartiti per chitarra; poi Dalla mia parte (2022) e A bassa voce, un omaggio alla musica di Fausto Mesolella. Ammiratore di Mesolella, Pat Metheny, Ralph Towner, Luca Di Martino si è dedicato anima e corpo a questo sesto album, una sintesi del suo mondo, della sua sensibilità, del suo modo di affrontare un viaggio a sei corde, luminoso e melodico.
«Penso che il mondo della musica si sia in gran parte adeguato ai tempi moderni. Tutto scorre frettolosamente, gli ascolti sono quasi sempre superficiali, se un brano non ti prende in 30 secondi è difficile che seguirai l’intera produzione di quell’artista. Sono consapevole di fare musica lontana da quella attualmente richiesta dal mercato, ma penso che anche all’interno di una società distratta ed euforica qualcuno potrebbe sentire il bisogno di fermarsi ad ascoltare qualcosa “fuori moda”. Ad esempio, a me capita spesso di restare affascinato da diversi artisti sconosciuti e lontani dall’omologazione musicale».
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