Tra composizioni e improvvisazioni, acustica ed elettronica, le ‘levitazioni sonore tra Natura e Rovina’ del musicista pugliese. Le riflessioni sulla Xylella diventano musica del nuovo millennio, con sorprendenti risvolti artistici


VALERIO DANIELE
Racconti dalla fine del mondo
levitazioni sonore tra Natura e Rovina
Desuonatori
(BandCamp – 13 tracce – 41.28 min.)

«Oggi il Salento è quasi desertificato. Appena ieri era un territorio verde, ricco, onnipotente. È un colpo al cuore e lo vivo ogni giorno, uscendo di casa. Questo sentimento mi ha condizionato aggiungendo un ulteriore strato urgente, reale alle mie peregrinazioni visionarie sul concetto di Rovina. Questo disco è una trama intrecciata tra la memoria della natura, il mio legame vitale con essa, e le mie visioni sul futuro, su quella sottile, fragile bellezza che emana dal senso stesso della Rovina e del dis/astro. Questa ambiguità si riflette nella musica e nel suono: sono affascinato dall’idea della costruzione di un’estetica del brutto, del guasto, del lo-fi, in armonica convivenza con elementi di connotazione decisamente acustica ed hi-fi».

Quando un artista riesce a far combaciare il proprio spirito visionario con uno sguardo attento e partecipe sulla realtà e sulla storia, allora il risultato è sempre affascinante. Valerio Daniele, musicista sensibile, curioso e accorto, è partito da una riflessione incrociata tra decadenza ambientale del suo Salento e quella del mercato musicale contemporaneo, approdando dopo tre anni di lavoro a Racconti dalla fine del mondo: «una visione, una proiezione immaginale, in cui passato e futuro sono intimamente connessi. Natura e mutazioni, memoria e intuizione convivono integrandosi in un tessuto sonoro che si fa evocativo, imprevisto, a volte bizzarro». Un album poetico, immaginifico, che procede attraverso un suono spesso ruvido e corrotto, la cui centralità è data dalle dicotomie e dalla circolarità degli spunti. Una sorta di eterno ritorno tra riflessioni, composizioni e suono.

Il Salento funestato dalla Xylella diventa il simbolo della condizione dell’intero pianeta, fra ulivi secolari abbandonati alla loro fine e memoria ancora pulsante di un passato in cui la natura nel tacco d’Italia era vivida, liquida, quasi onnipotente. È il punto di partenza per una elaborazione sonora diventata album: tredici brani lavorati tra il 2019 e il 2022, una selezione di improvvisazioni e composizioni tra l’acustica e le musiche di ricerca e di confine per chitarra elettrica baritona e elettronica modulare.

Interamente composto, suonato e prodotto da Valerio Daniele, registrato, missato e masterizzato ai Chôra Studi Musicali di Monteroni (LE), Racconti dalla fine del mondo esce in formato fisico e digitale solo via BandCamp, a voler sottolineare ancora una volta l’idea “politica” del gesto musicale: «BandCamp è l’unica piattaforma attuale che ha dimostrato di gestire in modo sano, umano e misurato il rapporto con gli artisti e i musicisti. Credo che fare un disco ai giorni nostri sia un’azione poco sensata, quanto in un certo senso rivoluzionaria. È cambiato non solo il mercato ma soprattutto il senso che la musica ha per la società e per le comunità. In questi nuovi scenari fare un disco in senso tradizionale è un gesto fuori moda e quasi insensato. Il disco inteso come opera completa, integrata, sistemica e uniforme ha lasciato il posto a un sistema in cui i singoli brani sono pubblicati con costanza e, troppo spesso, presto dimenticati. Si farebbe presto a riconoscere in questa tendenza una forma ancor più radicata di consumismo ma questo pensiero potrebbe essere superficiale. Credo che il rapporto fra la musica e la società sia destinato a cambiare continuamente. Era già successo tante volte nella storia, soprattutto nel 900, e sta succedendo ancora».

Questa levitazione sonora è stata scelta come colonna sonora per il film Il tempo dei giganti di Davide Barletti e Lorenzo Conte, quasi un volano per restituire in musica gli ultimi dieci anni della terra salentina ormai desertificata. A ulteriore completamento del dialogo tra la musica di Valerio Daniele e altre forme d’arte, nel libretto interno, sono presenti sette opere di Daniele Coricciati, Ilaria Seclì, Egidio Marullo, Walter Forestiere, Valentina Sansò, Maria Teresa De Palma e Davide Barletti e Lorenzo Conte: artisti dai linguaggi differenti (grafica, poesia, pittura, cinema) ma in profonda connessione col tema e l’autore. E anche con lo spirito di Desuonatori, un collettivo di musicisti «che hanno scelto la via dell’autoproduzione per rendersi indipendenti da certi automatismi del mercato e per riappropriarsi di ogni fase della filiera del processo produttivo. Il nocciolo di tutto è ricercare un rapporto sano, realmente comunicativo col pubblico, riavvicinare la musica e le persone, indipendentemente dai linguaggi musicali».

Valerio Daniele: Chitarre, chitarre baritone, moduli eurorack, programming, diamonica, voce.
Violino su 7 e 8: Roberta Mazzotta

http://www.desuonatori.it