La mente è un ambientino strano.
Chissà dove va a pescare e come associa fatti e figure.
Stavo ascoltando il nuovo singolo dei Nebula e invece di pensare a deserti, erbette e chitarre mi è apparso Ouspenskji.
Evidentemente il garage sound psichedelico del trio ospita tracce occulte di Quarta Via.
L’allievo di Gurdjieff diede una grande dritta al mondo: prendere le cose seriamente è diverso dall’essere seri; essere seri significa non prendere nulla sul serio, fatta eccezione per le cose che reputiamo sicuramente importanti in relazione a ciò che vogliamo.
Scrivere è cosa da prendere sul serio perché al centro c’è la parola, una cellula che crea, evoca, ammalia ma può anche respingere e ferire. Serve consapevolezza. Una volta ottenuta, allora ci si può anche sollazzare con la demolizione dissacrante, certi che poi si ricostruirà con impegno.
A settembre partirà un nuovo corso.
Il titolo è palesemente beatlesiano, lo abbiamo scelto non solo per l’attinenza ma anche perché la benedizione da Liverpool fa sempre comodo.
Il luogo sarà Casa Naima, il tema la parola in musica: saggistica, giornalismo, radio e dintorni.
Ci divertiremo serissimamente.