Gli incontri propizi sono dettati dalle meccaniche celesti dell’improvviso.
Architetture dell’insondabile.
Ieri stavo setacciando con mia figlia le bancarelle di libri a Port’Alba e avvisto da lontano il maestro, solitario: andatura pensierosa un po’ china, borsa di pelle in una mano, busta verde contenente un disco nell’altra.
Ci eravamo rivisti, dopo anni, il mese scorso alla Domus Ars. Ci siamo incrociati ieri in un istante che supera gli universi assenti e si fa presenza presente. Breve ma simbolica.
Mi regala il suo nuovo libro, copia fresca di stampa tipo pagnotta fragrante.
Mi mostra l’ennesima ristampa di Luciano Cilio, vinile bianco icona contemporanea.
Il suono è evocazione, sostiene. Evocazione di un senso che scende su chi è lì (a suonare, oppure ad ascoltare).