Questione di ironia. Basta un titolo come “Vieni via di lì, c'ho sementato ora” per renderteli simpatici questi Merme. Formazione grossetana attiva dal 2006, come i concittadini Gran Turismo Veloce debuttano su Lizard ma il contesto è completamente diverso: se i GTV propongono un art-rock moderno e volitivo, i Merme giocano nell'area del jazz-rock dinamitardo, sfruttando al massimo le potenzialità del modulo power-trio.
Dopo l'esordio con l'Ep “O”, il trio ribadisce il suo orientamento strumentale nel debutto su Lp di “Live in Singakong”, registrato dal vivo a conferma dell'affiatamento dei tre, di un interplay che non rinuncia a ficcare bene in testa riff e dilatazioni. Spiccano il groove fisso e fragoroso che fa da fil rouge e le esplorazioni sonore che attraversano funk-core (“T'odio” e “Distributore di ladro”), post-rock alla Blind Idiot God (“Morto t'ammazzo”), King Crimson e Primus (“Prcmdn”).
I Merme operano in un settore in cui molti gruppi italiani si stanno esprimendo con bravura: pensiamo a Slivovitz, Eterea Post Bong, Tribraco, per certi versi Ex KGB e Chaos Conspiracy. Piacevoli e stimolanti, anomali nel contesto Lizard (benchè l'etichetta di Loris Furlan sia sempre tra le migliori fucine di suoni “alternativi”), i Merme devono focalizzare meglio le idee e il loro sviluppo.
D.Z.