Nella notte Gianni Cavina ci ha lasciato.
Non puoi non amarli attori di quella pasta. Partono dalla maschera e lì tornano, il volto come laboratorio di carne e fiato, il corpo come canale tra storie e immagini.
La faccia di Pupi Avati, dalle Finestre che ridono al Signor Diavolo. Il gaudente erotomane Gabriele Arcangeli, per gli amanti del trash pecoreccio. Ma soprattutto, l’ispettore Sarti Antonio.
Il bello è che non ho mai visto quella serie TV. Ho amato tanto la creatura di Loriano Macchiavelli, così ho respinto la tentazione di osservarne le fattezze televisive. Una volta tanto la gioia dell’immaginazione va preservata. Anche perché il microcosmo ribollente dei romanzi mai potrà essere restituito. Come il caffè all’ulcera di Rosas.