Primo giorno di Losar.
Da sudditi del Regno della Quantità siamo vincolati all’orologio, tuttavia oggi mi sono regalato una linea di primi passi per inaugurare il nuovo anno di luce, tempo e sensi.
Ho meditato su ciò che rende un semidio Jimmy Page, accanto ad altre innumerevoli virtù: tra remaster e deluxe di varia natura e occasione, non ha mai tolto da Houses Of The Holy il fastidioso cigolìo del pedale della cassa.
Ho rivisto un vecchio compare di confidenze musicali.
Ho letto lo scoop di Michelangelo Iossa sul Corriere: Totò, Peppino e ‘a Malafemmena doppiato in inglese in Revolution 9.
Abbiamo concepito un progetto su un grande della musica che vide la luce il secondo giorno di Losar.
Ho sistemato nel corretto ordine alcuni vecchi libri.
Ho comprato un pezzo della doccia da sostituire.
Ho anticipato la corsetta stagionale sotto una luna magrittiana.
Per l’antica legge dell’accomodamento ho posticipato una sigaretta al primo sole di Durango.
Ho scoperto un guasto alla macchina che mi ha fatto ripiegare – raddrizzandomi – verso altre mete.
Ho bevuto il caffè in una nuova tazzina.
Ho trovato un catalogo di Silvestro Lega.
Mi si stanno sviluppando inattese facoltà feline: ho avvertito da lontano l’arrivo di un gatto silenzioso.
Ho interrotto un infinito istante di presenza per fotografare l’ultimo passo.
Ho inaugurato il vasetto di nutella.
Ho ascoltato In The Light per una sequenza di volte corrispettiva al numero sacro. Solo così il volo mistico si è incarnato a picco nella materia, ambiente di elezione dei Led Zeppelin. Arcano soffio elettrico tra sovraumano e subdivino.
Tashi Delek.