Elastica.
Così mi piace definire la musica degli Area.
Ci pensavo ieri al concerto di Frank Bramato, Luigi Botrugno e Gianluca Milanese. Non c’erano brani degli Area, giusto qualche sensazione, ma l’eredità di Demetrio Stratos aleggiava nel modo giusto.
Mentre osservavo rapito le diapositive alle loro spalle (opera di Massimo Pasca), quelle col plasma pulsante, tipo light show al Fillmore East dei tempi d’oro e di acido, immaginavo proprio un’idea di musica reattiva, che si allarga e si restringe, si addensa e si dirada. Dialoga con l’ascoltatore. Lo provoca, istiga una reazione. Pedagogia musicale, mi disse Patrizio Fariselli quando lo intervistai per il mio libro. E se oggi un approccio del genere può sembrare presuntuoso, passatista, si ricordi sempre l’antico adagio: non siamo qui per sciacquarci i coglioni, ma per fare ottima musica.
Non buona, ma ottima.
Differenza superlativa.
Stasera alle Manifatture Knos sarò in compagnia di Valerio Corzani per raccontare – anzi vedere, sentire, assorbire – il suo nuovo libro per Treccani. Il titolo dice tanto: Geometria dell’incanto. Frammenti di bellezza italiana. Un viaggio visivo, temporale, culturale: trampolino di lancio per una buona immaginazione. Anzi ottima.
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Ph. M. Cotugno