Tra il sussurro di Nick Drake e la cultura del Salento, tra avant-folk e ricerca vocale, l’artista pugliese debutta da solista narrando il suo rito di guarigione. Ospiti Mauro Durante del Canzoniere Grecanico Salentino e Redi Hasa
SITA
Alessia Tondo
Ipe Ipe Music
(8 tracce | 21.48 minuti)
«Sita è il mio racconto più intimo, quello che fino ad ora avrei raccontato o sussurrato all’armadio della mia stanza e a nessun altro. È la mia rosacea, i miei perchè più insidiosi, la mia luce più bella. È l’attacco di panico peggiore e il migliore antidoto per placarlo. Sita è nato dal petto e dalle viscere, in solitudine. Non ha bisogno di urlare ma di sgrovigliare, è l’esorcizzazione del “malepensiero”, il mio rito di guarigione che si compie col racconto. Mette a posto le sensazioni e i pensieri. Solo dopo essere nato ha incontrato gli altri, si è fatto vedere nudo, così e ha aspettato, aspetta ancora di essere accolto».
Dalle prime parole di Alessia Tondo si intuisce che Sita (Ipe Ipe Music | distr. Goodfellas | distr. digitale Artist First), il suo album d’esordio da solista, raccoglie una vita più che una sequenza di canzoni. Anticipato dal singolo Aria e dal relativo videoclip che in poche ore ha raggiunto oltre 10.000 visualizzazioni, concepito e sviluppato come la sua personale narrazione di un rito di guarigione, Sita è un lavoro prezioso, intimo ma al tempo stesso universale, magico e profondo. Uno dei rari esempi in cui la cultura popolare, nello specifico quella del Salento da cui Alessia Tondo proviene, è personalizzata e trasfigurata in chiave visionaria.
Dall’infanzia nel gruppo Mera Menhir alla popolarità internazionale con il Canzoniere Grecanico Salentino, Alessia Tondo è una delle voci più significative del panorama pugliese. È stata lanciata dai Sud Sound System, a soli tredici anni è diventata voce solista dell’Orchestra della Notte della Taranta (ha duettato con tutti gli ospiti e con i maestri come Mauro Pagani, Goran Bregovic, Giovanni Sollima, Phil Manzanera, Carmen Consoli, Raphael Gualazzi), ha collaborato con l’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna, i Radiodervish, Michele Lobaccaro, Ludovico Einaudi (per il quale ha scritto il testo della fortunata Nuvole bianche) e Admir Shkurtaj.
Nel Salento la sita è la melograna, simbolo di buon augurio, di incontro e condivisione. A questa simbologia Alessia si è ispirata per immaginare un disco-manifesto, un’opera in otto tracce scritte interamente da lei – con la partecipazione del violino di Mauro Durante del Canzoniere Grecanico Salentino (in Me putia bastà) e del violoncello di Redi Hasa (in Sta notte) – e caratterizzate da un’ampiezza di elementi, dall’acustico all’elettronico, tra ballate arcane, intrecci vocali antichi che grazie a loop e pattern diventano contemporanei. Una filosofia di fondo minimale, appena accennata, come specifica Alessia ricordando l’esigenza di sottrazione e sussurro: «Sita ha avuto il coraggio di sussurrare solo perchè negli anni ho ascoltato dei dischi in cui i brani mi hanno trafitto il petto ed erano assenti grandi virtuosismi vocali. Il re, per me, in questo tipo di racconti è stato Nick Drake. Non mi paragono minimamente. Semplicemente i suoi dischi mi hanno detto che se avessi avuto voglia di dire qualcosa avrei potuto farlo anche senza alzare troppo la voce e senza dover per forza dimostrare quali competenze tecniche avessi acquisito negli anni».
Sita svela un volto misterico e terapeutico della musica popolare, come ricorda Alessia sottolineando la narrazione individuale del suo quotidiano: «Se penso che la musica popolare ha sempre raccontato il quotidiano, ha sempre fotografato attimi di vita, allora io ho raccontato il mio quotidiano, anzi, tanti miei quotidiani. Se penso invece che la musica popolare per essere tale debba legarsi al concetto di “musica del popolo”, allora dovremo aspettare che qualcuno possa riconoscersi nelle parole di Sita o riconoscere qualcosa di familiare. Se Sita avrà raccontato anche un quotidiano che non è il mio, allora si, sarà musica popolare». Passato e futuro, tradizione e avanguardia, quotidiano ed eterno in un esperimento audace, enigmatico, rivelatorio. Sita è prodotto da Domenico Coduto per Ipe Ipe music nell’ambito della Programmazione Puglia Sounds Record 2020/2021.
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