In una recente intervista il maestro Taiten Guareschi ha ricordato il ‘non divenire degli eterni’ di Emanuele Severino. Un concetto problematico ma seducente, che schiude a molteplici possibilità. Nel mio infinitamente piccolo lo applico alla genesi dei libri.
Quando lavoro a un nuovo testo mi piace – sarebbe più corretto dire che mi diverte, è uno spasso che fa scoppiettare le sinapsi celesti – pescare ovunque l’ispirazione, soprattutto nell’inaspettato. Inspiration comes to you, mi raccontò Joe Zawinul quando lo intervistai nella canicola di un assolato Teatro Romano: se è l’ispirazione a venire da te, allora bisogna farla transitare sul veicolo giusto. Ad esempio la Storia degli Etruschi del Torelli.
L’esonimo greco era Tirreni, e Tyrsenoi/Tyrrhenoi deriverebbe da trh: attraversare. Salpando su mari di pagine per approdare al Poeta Iniziato e alla sua sconfinata teoria di generazioni (Aiete, Esone, fino a Circe, Agrio e Latino), “molto lontano, in mezzo a isole sacre, regnavano su tutti gli illustri Tirreni”. Illustri come i quattro ai quali sto dedicando un nuovo studio, tra i delfini di Fufluns e i sottomarini gialli.