“Alla salute di tutti gli idioti senza speranza: oggettivamente e soggettivamente”.
Così esordiva Gurdjieff nel brindisi con i suoi studenti al Prieuré di Fontainebleau.
Siamo tutti idioti senza speranza, lui sosteneva, indaffarati e reattivi nel difendere la macchina, addormentati e pronti a destarsi per le cose più futili.
Raramente mi sono tuffato in un libro con tanta voracità: merito della semplicità sorpresa della narrazione di Tchechovitch, che c’era, sentiva e lavorava. Soprattutto quando il maestro disse: “La comprensione è il diritto di fare”.
Sviluppo armonico dell’uomo. Tra quotidiano magico e ricerca del miracoloso.